La voce (prima parte)

Ennio De Felice

Quando si discute di voce si pensa subito alle corde vocali e all’ugola (questa viene chiamata in causa soprattutto nel canto). L’ugola però non serve assolutamente a nulla, rappresenta infatti solo un residuo embrionale del palato molle; con o senza ugola si parla e si canta esattamente nella stessa maniera.
Discorso diverso è per le corde vocali che, di contro, sono indispensabili nella fonazione.
Molti immaginano una serie di corde come quelle di una chitarra sistemate nel contesto della laringe ma in realtà esse sono solo due disposte a triangolo con apice anteriore posto più o meno all’altezza del cosiddetto pomo d’Adamo. Il movimento delle “corde vocali vere” durante la fonazione è principalmente di chiusura verso la linea mediana con effetto di modulazione della corrente aerea proveniente dai polmoni e spinta verso l’alto dal diaframma che è quel grande muscolo fatto a cupola  posto appena sotto la cassa toracica. In realtà è presente anche un fine movimento di vibrazione sull’asse infero-superiore e latero-mediale. Esistono anche altre due corde dette “false corde” che non entrano nel sistema diretto della fonazione ma costituiscono solo elementi di supporto. L’anatomia della laringe e, soprattutto, la fisiologia della fonazione (emissione della voce) sono estremamente complesse per cui cercherò di fare una sintesi di facile comprensione. La laringe è un “tubo” con impalcatura cartilaginea piuttosto elastica. Ciò è dovuto sia alla componente cartilaginea molto meno rigida di una ossea sia alla presenza di numerosi legamenti e muscoli intrinseci alla struttura. Le cartilagini che la compongono sono: la cartilagine Tiroidea (con la più famosa ghiandola ha solo relazioni di vicinanza ma sono completamente staccate e differenti tra loro) che costituisce la parte maggiore dell’impalcatura laringea ed è visibile all’ispezione del collo essendo molto anteriore tanto da determinare, in maniera più marcata nel maschio, quello che comunemente viene chiamato “pomo d’Adamo”. Nel suo contesto sono alloggiate le corde vocali vere. L’Epiglottide è quella cartilagine conformata a foglia che posta più in alto nella laringe funge da “coperchio” di protezione delle vie aeree evitando l’inalazione dei cibi durante la deglutizione mediante un rapido movimento di chiusura verso il basso. Ovviamente nella respirazione resta alzata a tipo grilletto per permettere l’agevole passaggio dell’aria. Le Aritenoidi, in numero di due, sono piccole appendici poste nella porzione posteriore del piano delle corde vocali (zona detta glottide) e sono molto importanti nel movimento di chiusura della metà posteriore della laringe. Infine troviamo la Cricoide che a forma di anello costituisce la zona di passaggio tra laringe e trachea ed è quindi posta più in basso rispetto alle altre. Come detto, una serie di piccoli muscoli e legamenti completano la struttura dando elasticità e creando i movimenti necessari alla respirazione, fonazione e deglutizione. Le corde vocali vere sono lunghe circa 2 cm e larghe circa 0,5 cm, sono di aspetto bianco lucente e lisce e sono poste, nell’ambito della cartilagine tiroidea, formando un triangolo aperto posteriormente.
La diagnostica della laringe si avvale sostanzialmente di tre metodi: 1) la “Laringoscopia indiretta” che si esegue con un semplice specchietto, illuminato dalla luce frontale in uso a tutti gli specialisti, posto da parte dell’esaminatore a livello dell’ugola e che permette di vedere in basso in maniera speculare. Non necessita in genere di alcuna anestesia. 2) la “Fibrolaringoscopia” che si esegue tramite una fibra ottica inserita in una cavità nasale fino a raggiungere la zona dell’epiglottide e che permette una visione più dettagliata, registrabile e diretta, quindi non speculare. Anche questa non necessita in genere di anestesia se non, in alcuni casi, di quella di superficie mediante spray anestetico. 3) la “Microlaringoscopia” che si esegue in anestesia generale, quindi in sala operatoria, può essere nel contempo diagnostica e terapeutica. Essa si effettua mediante l’introduzione fino alla laringe di un tubo rigido bloccato con un sistema di sospensione e con l’ausilio del microscopio operatorio e di alcuni ferri chirurgici lunghi e sottili con i quali si possono asportare piccole formazioni tipo polipi o noduli o si possono eseguire prelievi bioptici per la diagnosi istologica di lesioni sospette.
Con il prossimo capitolo cominceremo ad affrontare le patologie della laringe.

Cordialmente

Ennio De Felice – ennio.defelice@gmail.com

La voce (prima parte)ultima modifica: 2010-07-10T18:45:00+02:00da weefvvgbggf
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