Tornare a parlare con una laringe artificiale: medicina hi-tech o transumanesimo?

I suoi inventori non hanno esitato a battezzarla “laringe artificiale”. E sebbene non assomigli nemmeno lontanamente a una vera laringe, il congegno sviluppato dallaComplete Speech e implementato alla University of the Witwatersrand di Johannesburg è in grado di mimare con efficacia la funzione più “sociale” del nostro organo cartilagineo: trasformare la vibrazione dell’aria sulle corde vocali in suoni e parole.

Questo dispositivo è composto da unpalatometro, ovvero una placca con 118 sensori tattili che è in grado di calcolarecome e quante volte la lingua batte contro il palato; e da un software progettato per tradurre i movimenti della lingua in parole.

Un’ottima notizia per tutte quelle persone che, a causa di un tumore, hanno dovuto subire un intervento di asportazione totale della laringe, e perdere del tutto la capacità di parlare. Fino ad oggi, per sopperire alla mancanza della laringe, queste persone avevano ben poche alternative, e tutte poco funzionali. Il laringofono e le protesi fonatorie infatti erano in grado solo di riprodurre una voce abbozzata e dal suono robotico. L’invenzione sviluppata da Jaren Wilke e Megan Russel invece promette di ridare voce ai malati di cancro alla laringe, una voce più chiara e “umana” con la quale potranno articolare anche le parole più complesse.

Per ora i ricercatori hanno “insegnato” al software a riconoscere cinquanta diverse parole, facendole ripetere più volte a una squadra di persone con fonazione normale e creando un database. Interrogando il database partendo dal segnale relativo al battito lingua sul palatometro nel 94% dei casi, il software ha inviato al sintetizzatore vocale la parola corretta.
Un risultato ottimo, ma è solo la prima di una lunga serie di prove.

Prima che il prodotto possa essere mandato in produzione e commercializzato, infatti, il team sudafricano deve risolvere alcuni problemiIl primo è quello di eliminare i cavi di trasmissione, facendo in modo che il palatometro riesca a trasmettere le informazioni al sintetizzatore vocale in modo wireless. Il rischio altrimenti è che il paziente recuperi la sua voce, ma debba andare in giro con un fascio di cavi che gli escono dalla bocca (non esattamente il massimo della vita). Poi c’è da minimizzare il tempo di risposta, in modo che il movimento delle labbra e il suono delle parole siano sincronizzati. Per ora si è intorno al secondo netto, un traguardo accettabile sarebbe invece di 0.3 secondi. Non è finita, devono anche trovare il modo di controllare l’intonazione e del timbro delle parole, in modo da rendere possibile la forma interrogativa.

insomma, la strada è ancora lunga.

Nel frattempo, in Gran Bretagna, alla University of Hull, c’è chi sta cercando un approccio diverso al problema. Il professor James Gilbert  sta analizzando la possibilità di impiantare chirurgicamente dei magneti nel palato di pazienti senza laringe per riconoscere la parola che la lingua sta pronunciando in base a come cambia il campo magnetico.

Chiunque vinca la corsa alla laringe artificiale, il dato certo è che presto avremo congegni artificiali in grado di risolvere un problema serio come la perdita della laringe. Un passo avanti per la medicina, certo, ma anche per quel percorso sempre più rapido che ci porta dall’essere umano interamente biologico all’essere trans-umano “migliorato” grazie alla tecnologia.
Per capirlo, è sufficiente pensare che questa invenzione potrebbe permettere di modificare la propria voce a piacimento, ad esempio aumentando il tono, inasprendo il timbro per farlo assomigliare a quello di una persona più giovane (o di un altro sesso).

 

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Tornare a parlare con una laringe artificiale: medicina hi-tech o transumanesimo?ultima modifica: 2010-07-05T11:22:35+02:00da weefvvgbggf
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