13 maggio 1981 – Mehmet Ali Agca tenta di assassinare Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma

Mehmet Ali Ağca

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Mehmet Ali Ağca (pronuncia IPAmehmet ali aɣʤaYesiltepe9 gennaio 1958) è un terrorista turco, condannato per l’assassinio di Abdi Ipekci, un giornalista liberale, e per il tentato omicidio di papa Giovanni Paolo II.


Militante nell’organizzazione terroristica di estrema destra, denominata “Lupi grigi“, il 1 febbraio 1979, Mehmet Ali Ağca uccide Abdi Ipekci, giornalista e direttore del quotidiano liberale Milliyet. Il 25 novembre 1979 riesce ad evadere dal carcere di massima sicurezza di Kartal Maltepe. Dopo l’evasione partono le sue prime minacce di attentato al Papa Giovanni Paolo II, probabilmente lo scopo è quello di eliminare i sospetti di un complotto nella successiva azione terroristica.
Prime attività terroristiche

L’attentato a Giovanni Paolo II

Il 13 maggio 1981, pochi minuti dopo l’ingresso di Wojtyla in Piazza San Pietro per l’udienza generale, Ağca gli spara due colpi di pistola. Cerca di raggiungere il colonnato per uscire dalla piazza, ma viene costretto a fermarsi per tenere a bada alcuni astanti. Si gira rapidamente per riprendere la corsa, ma nel movimento il braccio con cui tiene la pistola sbatte contro la schiena di un frate, e la pistola gli sfugge di mano. Riprende la corsa ma ormai è disarmato, e nel colonnato viene infine bloccato ed arrestato.

Il processo e le indagini

Il 22 luglio 1981, dopo tre giorni di processo per direttissima, i giudici della corte di Assise, condannano Mehmet Ali Ağca all’ergastolo. Ali Ağca rinuncia a presentare appello contro la sentenza di condanna che motivava la pena, esplicitando che l’attentato “non fu opera di un maniaco, ma venne preparato da un’organizzazione eversiva rimasta nell’ombra”. La difesa sostenne, invece, che Ağca aveva agito da solo, in preda ad una schizofrenia paranoica, mossa dal desiderio di diventare un eroe del mondo musulmano. Il 12 marzo 1982 il Consiglio nazionale di sicurezza turco conferma la condanna a morte di Ağca per l’uccisione del giornalista. Una successiva amnistia commuta la pena in dieci anni di detenzione. Nel 1982 Ağca cambia versione ed inizia a parlare di una pista bulgara che collegherebbe l’attentato del Papa ai servizi segreti della Bulgaria. Viene anche individuato un presunto complice, Oral Celik, che sarebbe intervenuto in caso di fallimento di Ağca. La sentenza del29 marzo 1986 non riesce però a dimostrare la tesi del complotto. Il 20 febbraio 1987 il Papa riceve la mamma ed il fratello di Ağca che gli chiedono di intercedere per la grazia. La buona condotta in carcere diminuirà ulteriormente la pena: il 25 maggio 1989 il Tribunale di sorveglianza di Ancona concede una riduzione di 720 giorni di reclusione; il 9 gennaio 1994 la riduzione è di altri 405 giorni; il 18 dicembre 1995è di 180 giorni. Tali provvedimenti consentono di abbreviare il termine di 26 anni di reclusione, scontati i quali un ergastolano può chiedere lalibertà condizionata.

L’estradizione in Turchia

Ağca, nel settembre del 1996, presenta nuovamente la domanda di grazia o in subordine l’espiazione della pena in Turchia. Il 13 giugno 2000, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi concede la grazia dopo che la Santa Sede si era dichiarata “non contraria” al provvedimento. In questo modo, il giorno successivo Ali Ağca viene estradato dall’Italia e giunge ad Istanbul. In Turchia, nel carcere di massima sicurezza di Kartal, Ali Ağca dovrà scontare 3.492 giorni, cioè i dieci anni per l’assassinio del giornalista Abdi Ipekci. Il 18 luglio 2001 un provvedimento del Tribunale costituzionale turco predispone un allargamento dei reati beneficiari di amnistia. L’avvocato di Ağca, Şevket Can Ozbay, ritiene che in base al provvedimento è possibile scontare completamente la pena dei dieci anni di detenzione per l’omicidio del giornalista. Se tale interpretazione risulterà valida ad Ali Ağca non restano che altri cinque anni di prigione, avendo già scontato due anni e due mesi.

Sviluppi recenti

Il 12 gennaio 2006 viene scarcerato dal carcere di Kartal a Istanbul e per un breve periodo se ne perdono le tracce poiché non si presenta in questura come avrebbe dovuto, asserendo in seguito di voler evitare la calca dei giornalisti. Dopo soli nove giorni di libertà la Corte suprema turca ordina che Ağca venga nuovamente imprigionato per un errato computo nella diminuzione della pena. L’ordinanza di carcerazione è eseguita il 20 gennaio 2006. Dopo 29 anni di carcere Ağca è stato scarcerato il 18 gennaio 2010 dall’istituto di pena di Sincan, alla periferia diAnkara. All’atto della scarcerazione ha dichiarato di essere Gesù Cristo, di voler scrivere una nuova Bibbia ed ha preannunciato la fine del mondo.[1] Nel febbraio del medesimo anno ha incontrato Pietro Orlandi (fratello di Emanuela) rivelandogli che la sorella rapita nel lontano 1983 è ancora viva e sta bene. Lo stesso Ağca si è impegnato a contattare i suoi carcerieri per provvedere alla sua liberazione. [2]

Note

  1. ^ Scarcerato Alì Agca: “Io sono Cristo”. corriere.it, 18-01-2010
  2. ^ Alì Agca, la nuova rivelazione: “Emanuela Orlandi è ancora viva”. corriere.it, 02-02-2010

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13 maggio 1981 – Mehmet Ali Agca tenta di assassinare Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Romaultima modifica: 2010-05-13T16:09:11+02:00da weefvvgbggf
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