ESSERE LARINGECTOMIZZATI


Barbara Rossi e Giuliana Nico

 

Scheda 1:

UN PROGETTO PER “AIUTARSI AD AIUTARE”

“Aiutarsi ad aiutare” è un ciclo di seminari rivolti a persone laringectomizzate, familiari, amici, volontari. Gli incontri si sono svolti a Reggio Emilia presso le sale della Lega Contro i Tumori da aprile a giugno 2005. Il progetto è stato promosso dall’Unione Mutilati della Voce di Reggio Emilia ed è stato finanziato dal Centro Sevizi per il Volontariato “Dar Voce”, con la consulenza di due psicologhe psicoterapeute dello Studio Rossi di Reggio Emilia.

I temi dei seminari :

– La comunicazione della diagnosi e il rapporto con la sofferenza (con la partecipazione del Dott. Bruno Servadei, medico chirurgo)

– Scoperte dopo l’operazione: chi sono? Mancanza, capacità di affrontare i problemi, speranza (con la partecipazione della Dott.ssa Laura Torricelli, Psicologa)

– L’apprendimento della voce: croce e delizia! (con la partecipazione delle logopediste Lisa Tonelli e Paola Pioli)

– Stare vicino senza parlare. I familiari

– Persone laringectomizzate: pazienti obbligati o volontari di un mondo possibile?

Lo scopo degli incontri era quello di offrire una opportunità ai partecipanti per conoscere altre persone che stanno vivendo o hanno vissuto con questa malattia; offrire informazioni e discuterne insieme, riflettere su cosa vuole dire “aiutare una persona laringectomizzata”, aiutare l’Unione Mutilati della Voce e le persone interessate a creare, eventualmente, un gruppo di auto aiuto.

 

Scheda 2:

LA MALATTIA: E’ giusto che il paziente sappia?

La comunicazione della diagnosi e il rapporto con la sofferenza

La diagnosi di tumore alla laringe non è sempre facile da effettuare e talvolta arriva dopo anni di ricerca, di esami, di consulti che non hanno portato a nulla. L’idea poi di essersi ammalati di tumore è sempre qualcosa di sconvolgente nella vita di una persona, associata com’è alla sofferenza e all’inevitabilità della morte. In realtà oggigiorno il tumore si può curare e si può guarire, ma rimane sempre una grossa incognita sul come si svilupperà la nostra specifica storia di malattia.Questa patologia colpisce prevalentemente persone di sesso maschile. Come per gli altri tumori, una diagnosi precoce consente spesso un intervento chirurgico più conservativo (laringectomie parziali). L’intervento chirurgico conseguente alla diagnosi spesso viene realizzato d’urgenza, perché l’obiettivo è salvare la vita alla persona. “O ti operi o muori” sintetizza il messaggio angosciante che a volte il medico lancia e che improvvisamente sconvolge l’equilibrio della persona. Alcuni pazienti preferirebbero un approccio più “delicato”, le informazioni potrebbero essere date in modo meno brutale, addirittura alcuni preferirebbero non sapere. Quel che la ricerca ci dice però è che un paziente partecipe viene dimesso dall’Ospedale in tempi più rapidi, ha meno effetti collaterali, riesce insomma a far fronte alla malattia in modo più favorevole. Ma c’è modo e modo, ovviamente, e ogni storia è diversa! In cosa consiste l’intervento chirurgico di laringectomia totale? Viene asportata completamente la laringe. L’intervento separa definitivamente la via digestiva da quella respiratoria, abboccando la trachea alla cute (stoma). L’aria non passerà  più dalle vie normali (naso e bocca) ma solo attraverso lo stoma, posto alla base del collo. Lo stoma deve essere tenuto pulito per consentire una buona respirazione e riparato da corpi estranei. Il successivo rientro alla quotidianità è difficile perché tutto cambia: le abitudini, il modo di respirare, i pericoli cui fare attenzione, la cura di sé e del proprio corpo, le relazioni coi familiari, i rapporti con gli amici, ecc.  Ci si chiede “perché proprio a me?” E si cercano risposte, ma quelle che si trovano fanno aumentare la rabbia, in quanto si scopre che è colpa del fumo, o dell’alcol unito al fumo, dell’esposizione prolungata a sostanze tossiche (amianto, solventi, pesticidi, acidi, vernici, polveri fini…), cioè del posto dove si è scelto di vivere o del tipo di lavoro che si è scelto, ecc. Talvolta anche dopo anni rimane lo choc da superare, il dirsi che il pericolo è scongiurato, e l’accettazione difficile di una nuova condizione di vita.

 

Scheda 3

L’IMPATTO DRAMMATICO DELL’INTERVENTO.

Scoperte dopo l’operazione: chi sono? Mancanza, capacità di affrontare i problemi, speranza

L’importanza di poter parlare con uno psicologo fin dal momento del ricovero, è sottolineata spesso dalle persone che si sono ammalate. La domanda che sorge spontanea è di essere accompagnati in questo difficile momento in cui si tocca con mano la gravità della patologia e la nuova identità psico-fisica che deriva dalla cura. Tante sono le paure che accompagnano la malattia e il suo decorso. Prima dell’intervento sono frequenti le paure sulla propria salute, l’incognita dell’intervento chirurgico, i timori sulla possibilità di guarigione. Dopo l’intervento le paure riguardano il come gestire la situazione e la qualità di vita possibile. Già al risveglio dall’anestesia infatti tutto appare così strano da non sembrare reale e possibile. Guardarsi allo specchio e non vedersi come prima, provare a parlare e non riuscirci, risulta profondamente frustrante. Lentamente diventa inevitabile fare i conti con questa nuova realtà, per occuparsi di quella che risulta essere un’alterazione funzionale ed estetica del corpo. L’intervento cambia il confine e il rapporto tra mondo interno e mondo esterno. Rassegnazione si alterna a speranze rinnovate, la rabbia e l’aggressività alla depressione. Il pensiero ricorrente e angosciante, è che nulla sarà più come prima. Di fronte all’impossibilità di parlare, alla fatica di trovare nuovi modi di comunicazione, all’impossibilità di deglutire, ci si chiede come fare a ritornare alla propria vita. Benché non esistano controindicazioni alla ripresa di una vita affettiva e sociale normale, preoccupa il ritorno alla vita affettiva e sessuale, come se l’intervento avesse intaccato la propria virilità o femminilità. Ci sarà ancora spazio per il piacere e il desiderio? In questa fase è condivisa da sanitari e da ex-pazienti l’idea che sia utile incontrare qualcuno che è riuscito a ricominciare a vivere. Un po’ come ricevere un salvagente quando si teme di annegare. La comunicazione resta un punto nodale, ed è pure difficile dirlo, sia per chi non può che urlare in silenzio, sia per chi non può sentire ma solo immaginare, nell’impotenza più totale. Come nel famoso quadro, l’”urlo” di Munch. Nel silenzio affogano la sofferenza e il dolore che la persona non può più esprimere a parole.

 

Scheda 4

E’ POSSIBILE COMUNICARE IN MODO NUOVO?

L’apprendimento della voce: croce e delizia!

La laringe è un piccolo organo che ha molte funzioni: permette il passaggio dell’aria ai polmoni, si oppone all’inalazione dei cibi e/o dei liquidi, è la sede delle corde vocali. La propria voce…è qualcosa di unico, che permette a noi e agli altri di riconoscerci anche quando non è possibile vederci; inoltre la voce esprime il nostro pensiero e i nostri sentimenti. E’ l’espressione del nostro Sé. La sua assenza quindi cambia il modo di proporsi, di esserci nel mondo. Da più di 100 anni vi sono persone che sono state laringectomizzate; tutte hanno trovato strategie per comunicare e in seguito hanno insegnato agli altri le loro esperienze e i loro sistemi di comunicazione. Da qualche anno, grazie alla professionalità di Foniatri e Logopedisti, il paziente laringectomizzato potrà apprendere una voce accessoria chiamata voce “esofagea”, con cui comunicare. L’organo utilizzato sarà l’esofago, non più le corde vocali, che sono state asportate insieme alla laringe.Quindi l’esofago, quando non esistono ostacoli di natura organica o funzionale, servirà per una duplice funzione: il trasporto del cibo e la funzione fonatoria.La voce esofagea ha caratteristiche però più maschili, per cui per le donne che sono state operate risulta ancora più difficile appropriarsi di questa abilità. Un’altra conseguenza dell’intervento chirurgico è la diminuzione della capacità gustativa e olfattiva. Con esercizi mirati e con il passare dei mesi, è possibile una percentuale variabile di recupero. Talvolta accade che per paure o pensieri negativi il paziente laringectomizzato si senta “finito” e rifiuti la possibilità di una nuova voce. Anche per questo è importante il sostegno, l’incoraggiamento e l’esempio di chi c’è riuscito. Il trattamento comprende esercizi respiratori e talvolta anche di rilassamento. Gli esercizi sono di complessità crescente. E’ fondamentale che l’esercitazione sia costante per non perdere l’abitudine e la nuova competenza.Per produrre la voce esofagea sono necessarie 4 fasi fondamentali:

1. espirazione (per impedire all’aria dei polmoni, che esce dallo stoma, di disturbare la voce esofagea)

2.      rifornimento d’aria in esofago

3.      produzione della voce esofagea ( grazie alla vibrazione del tratto esofageo)

4.      articolazione dei suoni prodotti.

La scuola per pazienti laringectomizzati si propone, grazie all’acquisizione della nuova voce, il reinserimento a pieno titolo nella quotidianità e l’autonomia comunicativa.

 

Scheda 5

TESTIMONIANZE

“Io B.A. nell’anno 2001 in seguito ad un abbassamento di voce e con l’insistenza di mia moglie mi sono rivolto al mio medico curante Dott.B., il quale visitandomi, mi fece fare tutte le analisi del caso. Con grande dispiacere venne scoperto che avevo due tumori, uno al polmone e uno alla laringe. Il medico della pneumologia Dott.T. mi consigliò di fare al più presto tre cicli di chemioterapia. A me e a mia moglie crollò il mondo addosso. Affrontai la terapia, ma malgrado la cura molto aggressiva, dovetti subire l’intervento in toracica nel 2002. Dopo di che feci i controlli per il tumore alla laringe con tre videoscopie, varie TAC, scientigrafie, PET e controlli vari, subii nel 2003 l’intervento alle corde vocali e alla laringe. Da questo intervento non mi sono mai rimesso, nè mentalmente, nè psicologicamente. E’ una mutilazione che non accetterò mai, anche perché ci sentiamo soli, perché tanti parenti cosiddetti stretti e tanti amici ci hanno completamente abbandonato. Ringrazio la scuola, ringrazio Lisa e Paola che mi hanno insegnato il meccanismo per farmi capire, ma in tutta sincerità è una voce che non mi piace.”

Testimonanianza firmata

 

 

“La vita di un laringectomizzato. Prima e dopo

La mia vita di persona (normale) era piena in tutti i sensi, avevo tanti amici, tante (amiche), tanti impegni sociali ed una famiglia e dei figli, mi consideravo una persona felice come tutti. Il dopo. Tutto è cambiato dopo l’intervento. Prima cosa è stato che non potevo più parlare come prima, tutti i miei amici erano spariti. Forse era una mia sensazione. La mia famiglia mi è stata vicino, ma mia moglie non riusciva più a capirmi; gli impegni sociali si sono diradati però io non cedo forse vivo di illusioni, vorrei dirvi tante altre cose, ma preferisco vivere la mia nel mio intimo.”

Testimonianza firmata

 

“Oggetto: memoria sui miei quattro tumori”

Fino all’età di 53 anni ho vissuto una vita molto movimentata, prima come imprenditore artigiano poi come dirigente industriale e amministratore, non avevo tempo sicuramente di pensare al tumore, anche se 10 anni prima mi era morto un fratello per un tumore al polmone e aveva proprio 53 anni, e nel 1992 mia moglie fu colpita al seno per fortuna in modo leggero che con una piccola asportazione si risolse il problema. Nell’aprile del 1996, avevo compiuto 53 anni a febbraio, un leggero dolore alla gola ma persistente mi spinse ad andare dal mio medico il quale mi prescrisse un antibiotico, però mi disse anche che se non fosse passato entro sette giorni di tornare a farmi vedere, infatti non passandomi mi mandò dall’otorino che mi fece una biopsia e mi disse che mi avrebbe avvisato lui quando era pronto il risultato. Io però cominciavo a capire chela cosa si faceva seria e così chiesi al medico cosa mi sarebbe aspettato nel caso l’esito della biopsia risultasse positivo, la risposta fu molto evasiva tanto che capii l’inutilità dell’insistere. Arrivò dopo alcuni giorni l’esito e purtroppo era positivo, ciò nonostante ancora consideravo non fosse un problema mio morire di tumore. Mi parlarono di tre cicli di chemioterapia di una settimana cadauno a intervalli di 20 giorni, per me era come se mi avessero prescritto una comune medicina tanto ero lontano dal problema e non so se questo mi fu di ulteriore aiuto fatto sta che dopo i buoni risultati della chemio, che fra l’altro non mi diede grossi problemi, cominciai 30 cicli di radioterapia e quali alla fine si fecero sentire e non poco, persi la saliva e non riuscivo a mangiare. Superata la crisi della radio terapia, mi rimase il problema della saliva ma mi aiutavo a mangiare bevendo sempre del brodo, dicevo superata la crisi mi fecero una TAC di controllo dalla quale con grande sollievo risultò saporito tutto. Devo dire che io pur essendo cristiano non sono praticante però quel giorno con mia moglie andammo ad accendere una candela nella chiesetta dell’ospedale. Comincio a prendere atto di una nuova situazione e automaticamente cambio tipo di vita questo soprattutto perché si prende atto del traguardo finale, cosa che da normali non è mai tra i pensieri della notte, diminuisco molto gli impegni di lavoro ma soprattutto mi compro un Camper e con mia moglie tutti i fine settimana o quasi cominciamo a girare e visitare sempre nuovi posti, direi che in questi sette anni abbiamo visitato quasi tutte le regioni italiane compreso le isole e qualche località estera compreso Parigi. Non abbiamo smesso di accendere una candela nelle chiese delle località visitate. Ora veniamo al 2004 anno bisestile che dicono porti sfortuna almeno per me è stato vero perché mi ritrovai con il problema e siamo al secondo, però stavolta si cominciò a parlare di operare e fare il buco, come dicevo io, dopo la TAC, e una riflessione anche dovuta ai buoni risultati ottenuti la prima volta con la chemio radioterapia si decise di ripercorrere la strada non sto a raccontarvi che stavolta fu una chemio molto fastidiosa, comunque superata anche questa seconda volta in modo positivo, perché il tumore era sparito, cominciò la trafila dei controlli mensili e purtroppo dopo il terzo mese si ripresentò in un’altra posizione, e siamo al terzo, stavolta si andò all’operazione che feci il 187 ottobre 2004, tutto bene dopo un mese si presenta una fistole e così fui di nuovo ricoverato per fortuna il tutto si risolse in una ventina di giorni. Speravo proprio che dopo un intervento così radicale fosse tutto finito, purtroppo così non è stato e durante uno dei soliti controlli sorse un dubbio che poi sia la PET che la TAC confermarono e siamo al quarto, così in questo momento sto facendo di nuovo chemioterapia, i primi due cicli hanno dato un risultato positivo speriamo che gli altri due cicli che devo fare siano decisivi. I pensieri a cui accennavo prima che specialmente affiorano la notte sono i più vai e possono andare anche oltre il ragionevole, resta comunque importante non perdere mai la dignità e aiutare con il comportamento anche la famiglia che non ha certo bisogno di sentirci lamentare perché già è preoccupata per quanto successo. Per finire speriamo di girare con il Camper ancora per molto.”

Testimonianza firmata

 

Scheda 6

“FOTO DI GRUPPO”

Alla fine del ciclo di incontri, molti pensieri sono ancora presenti e vivaci. Quando si conclude una esperienza in un gruppo, è importante tenere presente che la mente e il pensiero continuano a lavorare. La mente è qualcosa di molto particolare: le persone vivono delle esperienze che la mente rielabora e sulla base delle quali immagina il futuro, ricostruendolo attraverso il pensiero. Il pensiero costruisce dei legami, è capace di capire gli eventi, è capace di stabilire relazioni tra persone anche quando nella vita quotidiana non risultano evidenti. Durante i seminari, alcune considerazioni hanno riguardato il rapporto con gli amici e con l’altro in genere. Le modificazioni nel modo di parlare, più a bassa voce e possibile in situazioni più protette, più difficile in gruppo e al bar, le conseguenze emotive della malattia, il dolore e la necessità di mobilitare nuove aspettative ed elaborare un nuovo senso per la propria vita, spesso selezionano le persone care e allontanano dal nucleo familiare della persona malata chi non è pronto ad affrontare insieme a lui la nuova situazione. A volte la comunicazione con gli estranei o conoscenti nelle situazioni di vita quotidiana non funziona, soprattutto all’inizio della riabilitazione quando l’apprendimento della nuova voce non è ancora consolidato. La persona laringectomizzata si sforza di comunicare e di ascoltare gli altri, ma a volte sembra che gli altri, se non sono abituati, entrino molto in tensione e tendano ad evitare il contatto, con notevole sofferenza per il paziente. Ciò sembra talmente vero che durante gli incontri ci si chiedeva chi sono i pazienti, se i laringectomizzati o gli altri. Forse le persone laringectomizzate rappresentano qualcosa nella mente di chi li incontra, suscitando emozioni particolari, che riguardano il bisogno di protezione di sé e della persona laringectomizzata, il rapporto col diverso, la tutela di ciò che ha valore, i confini tra sé e il mondo, la difficoltà di comunicare con l’altro in modo autentico… Presentiamo di seguito dei brevi brani, foto di un gruppo che ha attraversato momenti importanti.

 

Qualcuno può capire? Temo che nessuno possa capire…

All’inizio degli incontri molte persone dicevano che erano molto contente di poter parlare con degli “esperti”. “Finalmente”, molti dicevano. Ad alcuni venivano in mente le operazioni che avevano dovuto subire, una trafila di interventi, di esami, di incertezze. Qualcuno parlava con difficoltà ma tenacia; chi era all’inizio, chi era verso la fine della riabilitazione, le persone desideravano esprimersi e raccontare le propria storia. A volte c’era così tanto bisogno di parlare che non si riusciva ad ascoltare! La consulente diceva “uno per volta!”. Si temeva quasi che nessuno potesse capire che cosa era successo a tutti. Qualcuno raccontava di come aveva saputo la notizia e ci si chiedeva qual era il modo migliore di darla, oppure se è sempre indispensabile che il paziente venga a conoscenza di tutto ciò che il medico ha scoperto. Vennero anche comunicate alcune cifre di incidenza della malattia a Reggio Emilia: vengono operate 15-20 persone all’anno. Dal 1990 al 2003 sono state operate 397 persone. I ricordi del tumore, delle parole dei medici, della sofferenza, erano ancora molto presenti.

 

La nuova voce

Un giorno una partecipante ebbe il coraggio di riprendere il tema dell’apprendimento della voce. Raccontava che lei non parlava, ma piangeva. Forse non riuscire a parlare non era ottimale, ma poteva andare anche così. La figlia di fianco, sorridente, traduceva. Imparare una nuova voce è difficile. Qualcuno disse che la propria nuova voce non gli piaceva. Un altro partecipante raccontò di quanto riusciva ad esprimersi prima dell’operazione, parlava sempre, con amici. Adesso è volontario e insegna agli altri parlare, quando può.

 

Consigli

Come fare per liberarsi dal catarro la mattina? un maestro laringectomizzato spiegò la cura che ci mette per farlo. Riprendeva fiato lentamente e con una voce chiara spiegava che la mattina si fa fatica a parlare. Lui si chiude in bagno per mezz’ora a tossire. A volte sua moglie vuole intervenire, ma lui preferisce fare da solo. Altri partecipanti chiesero alla moglie, presente all’incontro, di aiutarli a liberare lo stoma. Una moglie non aveva mai pensato fosse necessario, ma si rese disponile, anche se qualcuno commentò che la pratica è abbastanza ributtante.

 

Perdere la pazienza

L’associazione stava attraversando un periodo molto particolare, bisognava eleggere un nuovo presidente e organizzare di nuovo i servizi. All’incontro erano presenti persone che si stavano interessando all’associazione per la prima volta e che chiedevano delucidazioni, mentre altri militavano nell’associazione da molto tempo e ne avvertivano tutta la stanchezza. Con toni molto accesi, con urli, con voci bisbigliate, con scritte su bigliettini, nessuno si è ritirato da un confronto da molto tempo atteso.

 

In che cosa credere?

Un giorno le persone raccontarono come avevano fatto a superare le operazioni e a imparare a parlare. Era sempre stato con l’aiuto di un amico, di un familiare, che aveva raccontato della Scuola, oppure con l’aiuto di un operatore dell’ospedale, la logopedista, la psicologa. A volte la famiglia non può aiutare se è lontana o se la moglie è essa stessa in difficoltà. Per riuscire a guarire, una persona disse che bisognava “dare credibilità alla vita”. Secondo un’altra persona era difficile accettare quel che era accaduto, e forse non sarebbe avvenuto mai, ma continuava a sperare.

 

Scheda 7

LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO

Hanno partecipato per volta tra le 10 e le 15 persone, tra laringectomizzati e familiari. E’ stata espressa una valutazione positiva dell’esperienza, che ha aiutato le persone ad esplicitare i problemi causati dalla malattia e a comunicare. Si è rilevato un grande bisogno di essere ascoltati e di esprimersi, di poter essere aiutati da persone esperte a fare altre esperienze di questo tipo. I partecipanti hanno anche molto valorizzato l’intervento di tecnici, logopediste, medico chirurgo, psicologa dell’ospedale, che hanno fornito informazioni utili e che hanno reso più facile comprendere le fasi della malattia e dell’intervento chirurgico subito, nonché le caratteristiche materiali e psicologiche della comunicazione tra e con persone laringectomizzate. Senza nessuna pretesa di comunicare dati di rilevanza statistica, riportiamo di seguito i risultati (in percentuale) della valutazione scritta a cui hanno risposto le persone del gruppo presenti l’ultimo giorno:

 

1. A suo parere, i seminari hanno affrontato temi importanti per persone laringectomizzate, volontari e familiari?

0 Per nulla

0 Poco

7 abbastanza (un commento è stato che “bisognerebbe coinvolgere all’inizio chi deve essere operato”)

1 molto

 

2. A suo parere, c’è stata possibilità di dialogo tra i partecipanti?

0 Per nulla

0 Poco

1 indifferente

4 abbastanza

3 molto

3. A suo parere, è aumentata la comprensione della situazione delle persone laringectomizzate, familiari e volontari?

0 Per nulla

2 poco

1 indifferente

4 abbastanza

5 molto

4. A suo parere, l’intervento degli esperti medici, logopediste, psicologa di settore, sono stati utili?

0 Per nulla

0 Poco

o Indifferente

1 abbastanza

7 molto

5. A suo parere, la conduzione da parte delle psicologhe esperte in psicodinamica e in interventi di gruppo ha facilitato la comunicazione tra i partecipanti?

0 Per nulla

0 Poco

0 Indifferente

1 abbastanza

7 molto

6. Secondo lei, incontri di questo tipo influenzano il benessere di persone laringectomizzate, volontari, familiari? 7 Si

1 No

0 Non so

7. Se ce ne fosse la possibilità, sarebbe interessato/a a partecipare ad un gruppo di sostegno, in futuro?

3 Si

1 No

4 Non so

8. Se ce ne fosse la possibilità, sarebbe interessato/a a partecipare ad un altro ciclo seminari, in futuro?

7 Si

1 No

0 Non so

 

Scheda 8

UN AUGURIO ALLA UNIONE E A CHI HA VOLUTO IL PROGETTO

L’augurio che possiamo fare alle persone (familiari, ammalati, volontari, amici, ecc) è di continuare a parlarne, a confrontarsi, a sperare, uscendo dal silenzio in cui la malattia ha fatto sprofondare le cose.

 

Scheda 9

BIBLIOGRAFIA ALLA BASE DEL PROGETTO E SITI WEB DELLE ISTITUZIONI COINVOLTE

Progetto “Dar Voce”, a cura di Tassoni e Tosi, consultabile presso l’Associazione Giorgio Abraham, Claudia Peregrini, Ammalarsi fa bene. La malattia a difesa della salute, Feltrinelli, Milano, 1989

Giovanna Ferrandes, Elena Longo, Patrizia Tempia Valenta, Le emozioni dei malati e dei curanti, Centro Scientifico Editore, Torino, 2004

Osvalda Varini Ferrari, Occhi nuovi, Guerini e Associati, Milano, 1990

Franco Fasolo, Gruppi che curano & gruppi che guariscono, La Garangola, Padova, 2002

Erich Fried, E’ quel che è. Poesie d’amore, di paura, di collera, Einaudi editore, Torino, 1988

Krishnananda, A tu per tu con la paura, Ed. Urra’, Milano, 1996

Luigi Pagliarani, Amore senza vocabolario, Guerini, Milano, 1995

Renato Piccione, Alessandro Grispini, Prevenzione e salute mentale, Carrocci Editore, Roma, 1998

Mario Pontieri, Laringectomizzato amico mio…, Gilberto Bagaloni Editore, Ancona, 1979

Mario Pontieri, Laringectomizzato amico mio…2, Gilberto Bagaloni Editore, Ancona, 1979

Fabrizio Rizzi, Diario di bordo, Bollati Boringhieri, Torino, 2000

Codice deontologico degli psicologi

CISP: www.terapiedigruppo.info – www.psicoterapie.org

Unione Mutilati della Voce RE: www.uimdv.it

Lega contro i Tumori: www.legatumori.it

ESSERE LARINGECTOMIZZATIultima modifica: 2010-04-24T17:36:00+02:00da weefvvgbggf
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