5 Aprile 2001 – Il sottomarino Enrico Toti parte al porto di Augusta diretto al Museo della scienza e della tecnologia di Milano

Enrico Toti (S 506)

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Enrico Toti
MM Toti.jpg
Descrizione generale
Naval Ensign of Italy.svg
Classe Toti
Cantiere CRDA di Monfalcone
Matricola S 506
Impostazione 4 novembre 1965
Varo 3 dicembre 1967
Entrata in servizio 22 gennaio 1968
Radiazione 30 settembre 1997
Destino finale esposto presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”
Caratteristiche generali
Dislocamento in superficie: 536 t
in immersione: 593 t
Lunghezza 46 m
Larghezza 4,75 m
Profondità operativa 150 m
di collaudo 300 m
Propulsione diesel FIAT MB 820-N1 da 570 CV l’uno
1 motore elettrico da 900 CV
2 sottobatterie da 56 doppi elementi ciascuna
elica
Velocità in superficie: 9,7 nodi
in immersione: oltre 14 nodi
Autonomia in superficie: 3.500 n.mi. a 6,5 nodi
in immersione:200 miglia a 4 nodi
Equipaggio 4 ufficiali
22 tra sottufficiali e comuni
Equipaggiamento
Armamento 4 tubi lanciasiluri da 533 mm per siluri filoguidati a testa autocercante A184
Note
Motto Vincere ad ogni costo

L’Enrico Toti (S 506) è un sottomarino[1] italiano costruito negli anni sessanta, esposto al museo della scienza e della tecnologia di Milano dal 2006.


A causa della sconfitta nella seconda guerra mondiale all’Italia era stata vietata la costruzione di sottomarinisecondo le clausole del trattato di pace. Decadute le clausole la componente sommergibilistica italiana ricominciò ad addestrarsi con i vecchi battelli statunitensi in attesa del proprio progetto: l’Enrico Toti è stato il primo sottomarino costruito in Italia dal dopoguerra.
Storia

Il sottomarino venne costruito a Monfalcone dalla Italcantieri, che ne iniziò la fabbricazione l’11 aprile 1965. Venne varato il 12 marzo 1967 e consegnato alla Marina Militare il 22 gennaio 1968.

Il sottomarino è stato progettato con caratteristiche antisottomarino (da cui la sigla NATO SSK- Submarine Submarine Killer) ed essendone il capostipite diede il nome alla classe, completata in circa due anni dai sottomarini DandoloMocenigoBagnolini.

Il 30 giugno 1999, l’unità militare terminato il servizio attivo venne donata al museo della scienza e della tecnologia di Milano, dove è conservata dal 14 agosto 2005. L’arrivo nella città milanese è stato alquanto travagliato, a causa della sua mole. Partito dal porto di Augusta (5 aprile 2001), ha risalito l’Adriatico e quindi il Po fino al porto fluviale di Cremona (6 maggio 2001), dove rimase fino all’8 agosto 2005, quando iniziò il suo viaggio fino al museo.

Il Crest dell’unità

 

Nome

Questo è il secondo sommergibile intitolato ad Enrico Toti. Il precedente battello aveva prestato servizio nella Regia Marina dal 1928 al 1943 e durante la seconda guerra mondiale, trovò impiego principalmente come nave scuola e nave trasporto, ma è ricordata per essere stato l’unico sommergibile italiano ad aver affondato in azione un’unità nemica, avendo affondato a cannonate, il 15 ottobre 1940 il sommergibile britannico HMS Triad (N53) mentre navigava nelle acque del Mare Ionio.

Curiosità

Il motore a gasolio destro del sottomarino era chiamato Turiddu, diminuitivo in siciliano di Salvatore, ed il sinistro Ianuzzu diminuitivo di Sebastiano; entrambi i nomi sono stati tratti da un romazo di Giovanni Verga.

Operatività

Nel corso della sua attività il Toti ha accumulato 27.030 ore di moto percorrendo 137.000 miglia. L’equipaggio, composto da 26 fino ad un massimo di 30 persone, si divideva in due o tre squadre di guardia a seconda della durata della “missione” e della categoria (specializzazione) di appartenenza. In taluni casi prestavano servizio secondo lo schema 4+4, cioè 4 ore di guardia, 4 ore di riposo in una branda “calda” (alternata con un collega) in altri casi i turni rispettavano lo schema 4+8 (sempre con branda calda quindi, con due brande si dormiva in tre).

Il caratteristico bulbo a prora (detto “naso”) conteneva l’impianto ecogoniometrico che costituiva il “sistema attivo” meglio conosciuto col nome di sonar), mentre l’impianto idrofonico che costituiva il “sistema passivo”) era contenuto nella porzione di perimetro anteriore basso, subito sotto i tubi lanciasiluri del “battello” e tutto ciò, con la netta prevalenza nell’uso del sistema passivo, creava l’impianto necessario ad individuare i bersagli. Il Toti è stato essenzialmente impiegato per addestramento e nelle esercitazioni per simulare attacchi a sommergibili sovietici o a task force del Patto di Varsavia, riscuotendo sempre lusinghieri risultati grazie alla sua silenziosità e manovrabilità.

Narrativa

Il sottomarino Enrico Toti ed il suo equipaggio sono i protagonisti del romanzo “Delfini d’acciaio – Sfida nel Mediterraneo” di Marco Mascellani in cui l’unità, salvata dal disarmo, deve affrontare il difficile compito di porre soluzione ad un colpo di stato in un paese arabo.

 

 

Note

  1. ^ Sebbene l’Enrico Toti sia a tutti gli effetti un sottomarino (destinato ad operare prevalentemente in immersione, con velocità in immersione superiore a quella in superficie etc.), per i suoi battelli la Marina Militare predilige l’utilizzo del termine sommergibile

Altri progetti

Collegamenti esterni

Classe Enrico Toti Naval Ensign of Italy.svg
Attilio BagnoliniEnrico TotiEnrico DandoloLazzaro Mocenigo
Marina Militare Italiana
  • marina Portale Marina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di marina

5 Aprile 2001 – Il sottomarino Enrico Toti parte al porto di Augusta diretto al Museo della scienza e della tecnologia di Milanoultima modifica: 2010-04-05T09:37:00+02:00da weefvvgbggf
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su “5 Aprile 2001 – Il sottomarino Enrico Toti parte al porto di Augusta diretto al Museo della scienza e della tecnologia di Milano

I commenti sono chiusi.