24 ottobre 2006 muore Bruno Lauzi

Bruno Lauzi

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Bruno Lauzi
Foto di Bruno Lauzi
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Genere Folk
Pop
Periodo di attività 1961 – 2006
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Etichetta Galleria del Corso, CGD, Ariston, Numero Uno
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Album pubblicati 32
Studio
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Sito ufficiale
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica
« Ora dicono fosse un poeta
Che sapesse parlare d’amore
Cosa importa se in fondo uno muore
E non può più parlare di te »
(B. Lauzi, Il poeta)

Bruno Lauzi (Asmara, 8 agosto 1937Peschiera Borromeo, 24 ottobre 2006) è stato un cantautore, compositore e poeta italiano. È stato inoltre scrittore e cabarettista.

Biografia

Nato sul suolo africano dell’Eritrea, ma cresciuto a Genova, è considerato – insieme con Fabrizio De André, Umberto Bindi, Luigi Tenco e Gino Paoli – tra i fondatori e maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese dei cantautori.

L’inclinazione artistica di Lauzi si manifesta piuttosto precocemente. Sono gli anni cinquanta quando, insieme all’amico Luigi Tenco, compagno di banco al ginnasio con il quale condivide la passione per le pellicole musicali e per il jazz, forma un gruppo musicale e inizia a scrivere i primi brani.

Nel 1960 Giorgio Gaber incide su 45 giri una sua canzone (con il testo di Mogol) , Bella, che è il debutto, seppur solo come autore, di Lauzi.

L’inizio della carriera come cantautore avviene nel 1962: con lo pseudonimo di Miguel e i Caravana incide due canzoni in dialetto genovese (giocando con le assonanze tra la lingua brasiliana e questo dialetto), e O frigideiro, oltre ad ottenere un discreto successo, gli apre le porte del cabaret: viene infatti chiamato al Derby Club di Milano per effettuare alcuni spettacoli.
Il successo con il suo vero nome, però, avviene con una serie di canzoni: Ti ruberò, Margherita, Viva la libertà, Ritornerai, e Il poeta (scritta nel 1963 e considerata dalla critica uno dei manifesti della scuola genovese), che verrà incisa da Gino Paoli.

È del 1965 la sua unica partecipazione al Festival di Sanremo con il brano Il tuo amore, un valzer che riecheggia atmosfere francesi, che viene ignorato dalle giurie e non viene ammesso alla finale.

Bruno Lauzi

Al filone romantico Lauzi alterna spesso canzoni umoristiche, come la già citata O frigideiro e Garibaldi blues (cover con testo in italiano di Fever). Questo aspetto del suo talento creativo lo porterà successivamente a collaborare con comici e cabarettisti quali Lino Toffolo ed Enzo Jannacci, per i quali scrive diverse canzoni, tra cui Il metrò e Ragazzo padre.

Nel 1970 Lauzi inizia la collaborazione con Mogol e Lucio Battisti, che lo portano alla loro casa discografica, la Numero Uno, e scrivono a loro volta per lui diversi motivi di successo: Mary oh Mary, E penso a te, Amore caro, amore bello, L’aquila e Un uomo che ti ama. Alla Numero Uno l’artista conosce un giovane cantautore napoletano, Edoardo Bennato, con cui scrive Lei non è qui… non è là.

Negli anni settanta, Lauzi è tra i primissimi personaggi dello spettacolo a intervenire in trasmissioni delle prime televisioni private, allora agli albori. A Telebiella si esibisce in un concerto precedentemente rifiutato dalla RAI. La sua presenza nella piccola emittente piemontese avrà grande riscontro sulla stampa nazionale. Il 30 giugno del 1995, a pochi giorni dalla scomparsa di Mia Martini, partecipa all’ “Omaggio a Mia Martini” organizzato a Lamezia Terme da Ruggero Pegna, cantando “Piccolo Uomo”, che trasforma per l’occasione in “Piccola Donna”. Lo spettacolo è trasmesso da Rai Due in differita il 20 luglio.

Negli ultimi anni di vita, nonostante la sofferenza per la malattia (si ammala di una grave forma di morbo di Parkinson) Lauzi conserva intatta la sua straordinaria verve, la schiettezza e il grande senso dell’ironia, che lo porta persino a indirizzare una lettera a Mr. Parkinson. In questo ambito promuove diverse iniziative per la raccolta di fondi per lo studio e l’assistenza agli ammalati di Parkinson e pubblica dischi e poesie appositamente dedicati.
Colpito da un cancro al fegato in aprile, muore nell’ottobre 2006.

A giugno del 2005 era uscito il suo ultimo romanzo, dal titolo curioso “Il caso del pompelmo levigato”, edito da Bompiani, mentre nel 2006 aveva partecipato alla realizzazione del disco-tributo … a Pierangelo Bertoli (pubblicato per ricordare il cantautore di Sassuolo) interpretando Sera di Gallipoli.

Al suo nome è stata dedicata l’edizione 2006 del Premio Tenco.

Un artista controcorrente

Lauzi è stato sempre un uomo controcorrente (Ivano Fossati lo ha definito un vero anticonformista“): a partire dalla politica, di cui negli ultimi anni amava scrivere anche su alcuni siti internet, fino agli aspetti musicali. Amava differenziarsi dagli altri cantautori, non disdegnando di interpretare brani di altri autori, pur scrivendo brani stupendi per molti intepreti.

L’interesse per la politica

Negli anni sessanta e anni settanta, mentre molti tra i più noti cantautori, come gli amici De André, Paoli e Tenco, “militavano” in vario modo a sinistra, lui scelse di fare comizi e prodigarsi per il PLI (Partito Liberale), ritenuto conservatore, ironizzando anche su Mao Zedong, con Arrivano i Cinesi (1969). Nel 1977, con la musica e la società in piena recrudescenza politica, scrive Io canterò politico, una canzone-invettiva contro i cantautori politici di sinistra (salvando tra tutti solo Guccini), definita dai critici “intelligentissima ma tremenda“, che fu presentata al Premio Tenco. Questo lo accreditò come artista sempre al di fuori del coro e con orgoglio. Spesso veniva avvicinato (da altri) ad aree politiche non collegate al partito più gettonato dalla musica (cioè il PCI), come quella repubblicana, radicale e centrista. In realtà, commentava spesso con tagliente ironia anche i fatti riguardanti questi partiti, dimostrando la sua autonomia. L’unico impegno ufficiale di Lauzi, a parte il periodo del PLI, fu quello civile di sostegno all’ Associazione Italiana Parkinson, dopo che fu colpito dalla patologia.

Autore e interprete

« Ricordo una sera a Varazze

che venivo da Savona
no, non era Varazze
non era neanche Savona

Ohi, non era neanche quella volta lì! »

(Bruno Lauzi, da I crauti)

Come autore, Bruno Lauzi firma indimenticabili brani soprattutto per voci femminili: per Mia Martini compone Donna sola, Piccolo uomo (poi ripresa da Lauzi stesso), Neve bianca, Per amarti, Almeno tu nell’universo; per Ornella Vanoni Alibi e La casa nel campo; per Marcella Bella scrive Più soffia il vento e Verde smeraldo; per Anna Identici Una rosa da Vienna (Festival di Sanremo 1966); per Mina Radio, Mi fai sentire così strana, Racconto, Devo dirti addio.
Non mancano però anche successi interpretati da uomini: Mino Reitano (Cento colpi alla tua porta), Pino Donaggio (La voglia di vivere), I Nomadi (So che mi perdonerai), Piero Focaccia (Permette signora), Michele (Ti giuro che ti amo).

Un altro aspetto dell’attività di Lauzi come autore sono gli adattamenti in italiano di canzoni di lingua straniera. Tra queste ricordiamo L’appuntamento e Dettagli, scritte da Roberto Carlos e portate al successo in Italia da Ornella Vanoni, Quanto t’amo di Johnny Halliday, Lo straniero e molte altre di Georges Moustaki, Champs Elysées di Joe Dassin, Il mondo è grigio, il mondo è blu di Eric Charden e una decina di brani di Paul Simon, tutti racchiusi in un unico album del 1974.

Pur essendo cantautore, Lauzi non ha disdegnato di interpretare canzoni scritte da altri: oltre alle già citate canzoni di Mogol e Battisti, nel 1974 incide Onda su onda, scritta da Paolo Conte che diventa un successo rilanciato dalle emittenti radiofoniche. Ad esso si aggiungono poi, tra gli altri motivi, Genova per noi, sempre di Conte, Angeli di Lucio Dalla, Naviganti di Ivano Fossati, Molecole di Mario Lavezzi.

Il 1989 è forse l’anno che decreta il suo massimo successo artistico come autore: Almeno tu nell’universo, scritta in coppia con Maurizio Fabrizio e interpretata da Mia Martini, vince infatti il premio della critica al Festival di Sanremo del 1989 e diventa un classico della canzone italiana.

Tra le altre sue canzoni più conosciute si ricordano anche quelle scritte per un target giovanile, come La tartaruga e Johnny Bassotto (quest’ultima interpretata dall’amico Lino Toffolo), Cicciottella, scritta per Loretta Goggi, nel 1977 La buona volontà per il 20° Zecchino d’Oro e, nel 2002, La gallina brasiliana, sulla musica di Riccardo Zara per il 45° Zecchino d’Oro.

Bruno Lauzi, con l’immancabile chitarra

Sempre nel 2002 per Mina scrive la bellissima Certe cose si fanno, inclusa nell’album della cantante cremonese, dal titolo Veleno.

Negli anni novanta, Lauzi – la cui carriera si è sviluppata prevalentemente lontano dalla città nella quale ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza – si è riavvicinato a Genova avviando una collaborazione con i Buio Pesto, per i quali ha scritto il brano “Meno ma” (“Meno male”) e inciso la propria canzone “O Frigideiro” per il primo album del gruppo. Con i Buio Pesto Lauzi duetta in concerto a Lavagna nel luglio 2005 e partecipa alla stesura del copione e alla realizzazione della pellicola Invaxön – Alieni in Liguria.

Nel 2006, come suo ultimo lavoro, scrive una canzone per Viola Valentino dal titolo Barbiturici nel thè.

Discografia

33 giri

CD

45 giri

Opere letterarie

Anche se, ovviamente, molto meno conosciute, numerose sono le opere letterarie di Bruno Lauzi:

Poesie

  • I mari interni Edizioni Crocetti 1994
  • Riapprodi Edizioni Rangoni 1994
  • Versi facili Edizioni marittime 1999 (raccolta delle due precedenti opere)
  • Esercizi di sguardo Edizioni marittime 2002

Prose

  • Il caso del pompelmo levigato Edizioni Bompiani 2005
  • Tanto domani mi sveglio. Autobiografia in controcanto Gammarò Editori 2006 ISBN 88-95010-10-8

Note

  1. ^ Lato A stessa versione di GC 094; lato B stessa versione di N 9390
  2. ^ Lato A stessa versione di GC 094; lato B stessa versione di N 9390

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24 ottobre 2006 muore Bruno Lauziultima modifica: 2009-10-24T15:40:00+02:00da weefvvgbggf
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