Sala Beata Maria Anna

 

Beata Maria Anna Sala Vergine

24 novembre

Brivio, 21 aprile 1829 – Milano, 24 novembre 1891

L’Istituto delle suore «Marcelline» fu fondato a Vimercate (Mi) nel 1838 dal servo di Dio Luigi Biraghi (1801-1879). A questo Istituto aderì Maria Anna Sala, nata il 21 aprile 1829 a Brivio (Lecco). Verso gli undici anni venne accolta nel collegio a Vimercate e affidata a madre Videmari. Nel 1846 tornò in famiglia. Quando sentì la chiamata di Dio alla vita consacrata, Maria Anna scelse le Marcelline, rivolgendosi allo stesso fondatore per essere accolta come postulante nel 1848. Nel 1852 pronunciò i voti perpetui. Svolse la sua attività come insegnante di scuola elementare e di musica nel Collegio di Cernusco sul Naviglio e poi nelle Case di Milano e Genova. Nel 1859 prestò assistenza ai feriti della guerra d’Indipendenza, nell’ospedale militare di San Luca. Dopo nove anni d’insegnamento a Genova fu trasferita a Milano come insegnante dei corsi superiori e assistente della Madre Videmari. Colpita da un carcinoma al collo, morì nel 1891. È stata beatificata da Giovanni Paolo II nel 1980. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Milano, beata Maria Anna Sala, vergine della Congregazione delle Suore di Santa Marcellina, che, maestra di una scienza fondata sulla fede e sulla pietà, si dedicò con tutte le sue forze all’istruzione della gioventù femminile.

L’Istituto delle Suore ‘Marcelline’ fu fondato a Vimercate nel 1838 dal Servo di Dio Luigi Biraghi (1801-1879), uomo di vasta cultura e profonda pietà, professore e direttore spirituale nel Seminario Maggiore di Milano, dottore dell’Ambrosiana. 
Esso sorse con lo scopo di formare la donna con una cultura adeguata e con conoscenze teologiche, affinché potesse portare la saldezza della fede nella società dell’epoca, colta e operosa, ma turbata da pericolose nuove ideologie. 
L’Istituto prese il nome da s. Marcellina educatrice dei santi fratelli Satiro e Ambrogio e per la chiarezza e la novità dei metodi, la fermezza delle virtù delle prime suore, esso fiorì in modo eccezionale. 
E a questo Istituto aderì Maria Anna Sala, la quale nata il 21 aprile 1829 a Brivio (Lecco) era stata messa, verso gli undici anni a studiare in collegio a Vimercate presso il nascente Istituto delle ‘Marcelline’ e affidata per la sua formazione culturale e spirituale a Madre Videmari fedele collaboratrice del fondatore. 
Nel 1846 conseguita la patente di I° grado tornò in famiglia dove profuse tutta la sua bontà consolatrice specie nella malattia della madre e nella rovina finanziaria del padre, nel contempo operando nell’apostolato fra i fanciulli, i sofferenti e i bisognosi della parrocchia. 
E quando sentì la chiamata di Dio ad una vita più consacrata e dedita alla scuola, ella come già detto, scelse le ‘Marcelline’, rivolgendosi per essere accolta come postulante nel 1848, allo stesso fondatore padre Biraghi. 
La sua indole si adattò perfettamente alla regola dell’Istituto che richiedeva una vita mista di intensa vita interiore e una spiccata azione apostolica ed educativa fra le alunne; nel 1852 pronunziò i voti perpetui, in quella che fu la prima professione pubblica delle Marcelline. 
Svolse la sua attività come insegnante di scuola elementare e di musica nel Collegio di Cernusco sul Naviglio e poi nelle Case di Milano e Genova. Ebbe il merito di essere chiamata la “Regola vivente” e tra le alunne “la madre delle anime”. 
Altra tappa della sua luminosa vita fu l’assistenza nel 1859 ai feriti della guerra d’Indipendenza, nell’ospedale militare di S. Luca; dopo nove anni d’insegnamento a Genova fu trasferita a Milano come insegnante dei corsi superiori e assistente della Madre Videmari. 
Fu tormentata nel fisico da un doloroso carcinoma al collo che pur non facendola rallentare la sua intensa attività, la porterà alla morte il 24 novembre 1891 fra il compianto di tutti e circondata di fama di santità. 
Il cardinale arcivescovo di Milano beato Schuster, nel 1931 aprì il processo informativo sulle sue virtù; il processo apostolico si svolse dal 1962 al 1964. 
È stata beatificata da papa Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1980.

 

 

 

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