‘Io, senza laringe così suono il flicorno’

Repubblica — 10 giugno 2006 pagina 7 sezione: BARI Quando soffia, l’ aria dei polmoni non esce più dalla bocca, ma sibila da un foro sul collo, all’ altezza del pomo d’ Adamo. Nonostante questo grave handicap, Salvatore Barile, 42 anni, nato a Parigi, ma residente a Corato, in provincia di Bari, è l’ unico al mondo senza laringe che riesce a suonare uno strumento a fiato. Prima della laringectomia (resasi necessaria perché colpita da un tumore), era un musicista, trombonista per la precisione. Dopo l’ operazione, grazie all’ innesto di una modernissima protesi impiantatagli da un chirurgo di Torino, Andrea Cavalot, è ancora un musicista. Non suona più come prima il trombone perché per farlo ci vogliono due mani, una per impugnarlo, l’ altra per diteggiare i tre tasti. Ora suona il flicorno, una tuba inventata da Adolphe Sax e per questo chiamata anche saxhorn. Ebbene, Barile, il trombonista dalla voce perduta, può suonare il flicorno perché può fare tutto con una mano: tenerlo e accarezzare con le dita i suoi pistoni. L’ altra mano deve restargli libera perché gli serve per far funzionare la protesi che ha incollata da un cerotto al centro del collo. Ma per capire come possa suonare uno strumento a fiato una persona che non inspira e espira più con la bocca occorre spiegare il funzionamento della protesi in silicone. «Normalmente – ha spiegato Andrea Cavalot, otorinolaringoiatra presso la divisione universitaria delle Molinette – l’ aria soffia dai polmoni alla bocca attraverso la trachea. Togliendo la laringe, tuttavia, lo sbocco del fiato non arriva più alla cavità orale, ma si ferma all’ altezza del pomo d’ Adamo». «Per dare a Barile l’ opportunità di suonare ancora – ha aggiunto il chirurgo – gli abbiamo collegato con una ‘fistola’ la trachea all’ esofago. Quindi, gli abbiamo applicato la protesi sul foro del collo». La terribile diagnosi di cancro gli è stata fatta dagli specialisti dell’ ospedale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. «Mentre entravo in sala operatoria – ha ricordato Barile – mi sono detto che non sarebbe finita lì. Avevo come la sensazione che sarei tornato a fare il musicista». Quella sensazione è diventata realtà quando là, in quell’ ospedale dedicato al Santo, è arrivato da Torino lo specialista Cavalot. «Mi avevano chiamato i miei colleghi di San Giovanni Rotondo – ha raccontato il medico torinese – perché accettassi la sfida. In un primo momento pensai a uno scherzo. Quando conobbi Barile, fui conquistato dalla sua enorme forza di volontà. E decisi di aiutarlo. Non pensavo di riuscirci. Ma sentirlo oggi suonare il flicorno, per me, è un autentico miracolo. Un miracolo di Padre Pio». La carriera musicale di Salvatore Barile era iniziata da ragazzino, con la tromba e, poi, il trombone. Una volta diplomato e diventato un musicista affermato, s’ è esibito col trombettista jazzista pugliese Pino Minafra. Insieme, i due hanno partecipato con un’ orchestra di fiati al Festival di musica contemporanea di Donaueschingen, creato da Hindemith nel lontano 1925. Minafra e Barile hanno eseguito anche un concerto live inciso dall’ etichetta tedesca Enja in collaborazione con la Sudwestfunk di Baden Baden. «Poche ore dopo l’ innesto della protesi, tornato in stanza, risvegliato dall’ anestesia, ho voluto subito cimentarmi con il flicorno. La prima nota non è stata un suono, ma un urlo di liberazione. Da quel momento ho ricominciato. Temevo, però, di non poter tornare all’ altezza di prima». Ma gli manca ancora qualcosa per tornare a essere felice. Gli impresari e gli organizzatori dei concerti, vedendolo nelle sue condizioni, non si fidano. E non osano scritturarlo per suonare nonostante sia in grado di reggere un concerto al chiuso per due ore consecutive. «Ho superato la prova tremenda del cancro e dell’ operazione. Ho realizzato il sogno di tornare a suonare. Ora, però, devo combattere contro l’ ostacolo più duro: la diffidenza degli uomini cosiddetti ‘normali’ nei confronti di chi, come me, in qualche modo è diverso». «Fatemi suonare – è il suo appello – mettetemi alla prova. E vi dimostrerò che cosa è capace di fare un trombonista dalla voce perduta». – alberto custodero

‘Io, senza laringe così suono il flicorno’ultima modifica: 2009-04-04T15:47:00+02:00da admin
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2 pensieri su “‘Io, senza laringe così suono il flicorno’

  1. L’assurdo è che guardando il video e leggendo l’articolo ho scoperto dopo aver provato che riuscivo a suonare il flauto dolce e un fischietto con la bocca.
    Non è che sià una cima a suonare ma non lo ero neanche prima ….

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