Laringectomia e olfatto.

(tratto dall’intervista al Dott. Laurent Tavernier convegno di Besancon 2002)

Si era detto nel numero precedente che l’aria inspirata dal tracheostoma non essendo più scaldata e umidificata dal naso portava a bronchiti ricorrenti e tracheiti crostose soprattutto nel periodo invernale per effetto del riscaldamento ambientale e della bassa percentuale igrometrica dell’aria, ma questa non è l’unica conseguenza di un intervento di laringectomia totale si dimentica infatti che l’aria non passando più per il naso impedisce il funzionamento dei recettori olfattivi e quindi la percezione degli odori.
Nel caso di pazienti non laringectomizzati che lamentino ipo-anosmia ovvero una diminuzione o la totale mancanza dell’olfatto si vanno a ricercare per prima cosa sinusiti, deviazioni del setto nasale, polipi, turbinati ipertrofici oltre a secrezioni mucose che creano barriera al passaggio dell’aria e impedendo di conseguenza alle molecole odorose di raggiungere la sommità delle fosse nasali dove si trovano le terminazioni nervose del nervo olfattivo. In questo caso si parla di causa trasmissiva. Ora, vi sono due modi di percepire gli odori o per via anteriore come si fa quando si annusa oppure per via posteriore ad esempio quando si mangia. Quest’ultima strada è quella che viene utilizzata dai laringectomizzati. La seconda causa di ipo-anosmia è di tipo percettivo e riguarda esclusivamente quei fili nervosi che consentiranno al cervello di realizzare un segnale elettrico a bassissimo voltaggio come odore. Nel suo complesso questo meccanismo risulta composto dal nervo olfattivo, dal nervo trigemino che è responsabile della sensibilità a carico delle fosse nasali e dal sistema nervoso centrale, cioè dal cervello. Il cervello integra l’olfatto con altre stimolazioni la prima delle quali è la vista. Non è un caso che quando vediamo qualcosa di appetitoso produciamo immediatamente saliva. Infine un odore non può essere riconosciuto se non è già stato memorizzato.

Qualità della vita e olfatto.
È stato provato statisticamente che il 90% delle persone senza problemi olfattivi gode di un’ottima qualità di vita mentre tra gli anosmici questa percentuale scende al 50%. Questo dimostra che esiste una forte correlazione tra qualità di vita e olfatto. Purtroppo non esistono studi che abbiano preso in considerazione in modo specifico la qualità della vita e l’odorato essendovi al contrario numerosi studi sulla qualità di vita de ilaringectomizzati. È un dato di fatto che problemi importanti come la voce o la respirazione vengono presi in carico dopo l’intervento mentre non si pone alcuna attenzione all’olfatto. Bisogna risalire agli anni 70-80 per vedere pubblicato uno studio articolato sui principali problemi dei laringectomizzati, ma l’olfatto non viene per nulla preso in considerazione e se voce e respirazione vengono affrontati già nel lontano 1873 anno della prima laringectomia occorre attendere il 1964 ovvero 90 anni dopo per avere uno studio sull’odorato e per capire che dopo l’intervento un laringectomizzato non sente più gli odori. Dal 64 al 68 molti studi spiegano questa anosmia come una perdita di trasmissione (i.e. perdita del flusso nsale perché le vie aeree sono cortocircuitate). Questi studi giunsero alla conclusione che si doveva prevenire la perdita olfattiva negli operati di laringectomia totale, ma che al tempo stesso non vi era alcun mezzo per poterlo per poterlo fare.
Nel 68 un medico avanza l’ipotesi che vi sia una connessione nervosa tra la laringe e le fosse nasali o tra il laringe e il sistema nervoso centrale che verrebbe tagliato durante l’intervento. Questa connessione non è mai stata trovata.
Nel 73, 100 anni dopo la prima laringectomia totale si torna al problema di trasmissione di perdita del flusso aereo e si comincia a proporre dei miglioramenti. Nel 73 viene proposto un sistema chiamato “laringe by pass”. Si tratta di un tubo di gomma che viene interposto tra il tracheostoma e la bocca che consente di ripristinare il flusso aereo per la vie normali.
L’ultima proposta che risale alla fine degli anni 90, prende il nome di “sbadiglio garbato”. È un sistema un poco contrario a quello che il laringectomizzato apprende per soffiarsi il naso: invece di provare a spingere l’aria all’esterno si prova a farla rientrare creando un movimento di abbassamento rapido della lingua a bocca chiusa che crea una piccola depressione a livello della cavità buccale favorendo un flusso d’aria a livello delle fosse nasali. Per quanto riguarda il gusto avviene lo stesso nel senso che anche qui si parla di difetti di trasmissione e di percezione. Difatti il gusto in sé cioè la stimolazione delle papille gustative dà la sensazione del dolce, dell’amaro, del salato e dell’acido che sono i quattro sapori fondamentali. Al gusto, a differenza dell’olfatto, partecipano molte altre sensazioni come quelle tattili, caloriche, che riguardano la consistenza chimica per reazione chimica con la saliva e altri elementi. In seguito a livello centrale queste sensazioni s’integrano con gli altri elementi captati nell’ambiente e questo permette egualmente un apprendimento, una memoria. È per questo motivo che è possibile riconoscere un alimeno anche a occhi chiusi.
Tutto ciò siintegra con gli odori. Infatti il gusto così come viene descritto, come viene sperimentato tutti i giorni è essenzialmente qualcosa che deriva dall’odorato.
Tecnicamente già negli anni 70, prendendo esempio dai sommelier, venne proposto un metodo per la percezione degli odori bsato sullo “sbadiglio passivo” consistente in un movimento della lingua che tende a spingere l’aria all’indietro per via nasale. Si sa, a partire dagli anni 80, che esiste una percezione olfattiva anche per via ematogena che passa per via polmonare, sanguigna fino a raggiungere il bulbo olfattivo per cui si può dire che malgrado tutto il laringectomizzato ha sempre un olfatto più o meno buono.

Influenza della Radio – Chemioterapia e della protesi fonatoria sull’olfatto e sul gusto.

La radioterapia non ha alcuna influenza sull’olfatto e ciò è facilmente comprensibile poiché il campo d’azione delle radiazioni sta al di sotto del centro olfattivo mentre esiste un rapporto diretto causa effetto tra chemioterapia e iposmia. Probabilmente ciò si deve alle sostanze chimiche utilizzate che deteriorano l’olfatto. Disturbi della deglutizione influiscono sull’olfatto mentre un miglior odorato stimola l’appetito e l’aumento di peso. Per quanto riguarda la percezione olfattiva nei laringectomizzati che parlano con voce esofagea rispetto a quelli che utilizzano la protesi fonatoria si è constatato che la prima risulta connessa con una perceziona olfattiva decisamente migliore rispetto a chi utilizza la valvola tracheo-esofagea. Si tratta di un risultato a dir poco sorprendente!
Per quanto riguarda il gusto è tale il legame con l’olfatto che sono medesimi gli effetti di tabagismo e radioterapia mentre la chemioterapia che perturba l’olfatto non sembra perturbare il gusto.
In conclusione possiamo affermare che sulla base degli studi condotti in Francia le stimolazioni olfattive e trigeminali assieme a un buon funzionamento del gusto inducono aumento di peso, nozioni di piacere e una migliore disposizione verso la vita. Cioè migliorando l’olfatto il laringectomizzato arriva a migliorare la propria qualià di vita in modo generale.

Laringectomia e olfatto.ultima modifica: 2008-12-17T17:50:00+01:00da weefvvgbggf
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Un pensiero su “Laringectomia e olfatto.

  1. Cara Chiara
    prima di parlare informati su cosa sia una laringectomia totale,perché non si conclude con un operazione di asportazione di laringe seguita nei maggior parti dei casi da asportazione delle corde vocali e tiroide ma segna il resto della vita.
    Saluti Giovanni

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