Tumore della laringe: 6 pazienti su 10 superano la malattia

tumore laringeIn Italia il 60% dei pazienti con cancro alla laringe guarisce dalla malattia. E la percentuale sale a oltre il 90% se la patologia viene diagnosticata allo stadio iniziale. All’inizio degli anni ’90, invece, solo il 50% dei malati sconfiggeva la neoplasia. “Si tratta della più diffusa e frequente forma di tumore della testa-collo – afferma il prof. Giuseppe Spriano Presidente nazionale della Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCf) in un seminario tenutosi oggi -. Ogni anno queste neoplasie colpiscono 12.000 italiani e il loro numero è in aumento a causa anche di comportamenti scorretti sempre più diffusi. Chi assume alcol corre, infatti, un rischio 3 volte maggiore di cancro al cavo orale, faringe ed esofago rispetto ad un astemio. Nel nostro Paese è in aumento il consumo di alcolici, soprattutto tra i giovanissimi. Il 44% degli under 25 italiani beve regolarmente fuori dai pasti, erano “solo” il 34% 10 anni fa”. Il carcinoma alla laringe si manifesta con alterazioni della voce (disfonia). Quando invece è più esteso provoca difficoltà e dolore alla deglutizione, tosse e, a volte, la comparsa di tumefazioni al collo. La diagnosi di sospetto tumore della laringe viene di solito svolta dallo specialista Otorinolaringoiatra con una visita accompagnata da una fibrolaringoscopia. “Si utilizza uno strumento a fibre ottiche sottile che, introdotto nella gola del paziente attraverso il naso, permette di vedere le corde vocali e le altre strutture della laringe – sottolinea il prof. Giuseppe Spriano -. In caso di sospetto clinico si effettuerà una biopsia”. Il bisturi rappresenta in molti casi la soluzione definitiva contro la malattia. “Oggi le operazioni sono meno invasive – prosegue Spriano -. In passato l’unico intervento possibile era la laringectomia totale, cioè l’asportazione completa della laringe che provocava la perdita della voce e la tracheotomia definitiva per la respirazione. Oggi grazie alla chirurgia endoscopica è possibile rimuovere tumori poco estesi, utilizzando il laser attraverso la bocca. Nelle neoplasie di media grandezza si svolgono laringectomie parziali. In questo caso viene asportata solo una parte della laringe in modo da permettere al paziente di parlare, respirare e deglutire normalmente. Negli ultimi due anni è stata introdotta anche la chirurgia robotica, che permette di eliminare il cancro inserendo due piccole mani chirurgiche attraverso la bocca del paziente. Queste replicano i movimenti dello specialista che si trova invece ad una consolle operatoria distante dal paziente”. E’ possibile prevenire queste forme di cancro intervenendo sugli stili di vita e sottoponendosi a visite dallo specialista. “L’80% dei tumori della testa-collo sono riconducibili ad alcol e sigarette – conclude il Presidente degli otorini -. Per evitare la malattia è fondamentale seguire stili di vita sani e quindi niente fumo, limitare il più possibile gli alcolici, seguire una dieta sana ed equilibrata e svolgere attività fisica tutti i giorni. Un accanito bevitore o un forte fumatore invece dovrebbe sottoporsi a visite otorinolaringoiatriche periodiche, magari una volta l’anno a partire dall’età dei 50 anni in su”.

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Tumori della laringe maligni

Nei tumori maligni della laringe esiste la possibilità della diagnosi precoce, per la comparsa di tre sintomi (da soli od associati): disfonia, dispnea, disfagia. Con la biopsia è possibile valutare i fattori in causa sia anatomici (sede, estensione) sia biopatologici (oncotipo; grado istologico di malignità; reazione citostromale). Il programma terapeutico (medico e/o chirurgico) e la prognosi a distanza sono condizionati dall’esatta conoscenza di tutti questi cinque fattori. La imprevedibilità di un tumore è spesso dovuta a incompleta o errata valutazione della neoplasia.
Carcinoma in sito (preinvasivo, intraepiteliale, superficiale). È una lesione neoplastica, limitata all’epitelio di superficie e con evidenti caratteri di malignità citologica e si distingue dai comuni tumori maligni perché il processo è confinato all’epitelio e non supera la membrana basale. Può rimanere invariato per lungo tempo o evolversi in estensione e profondità, assumendo anche il quadro clinico tipico del carcinoma della laringe. Sintomatologia: disfonia persistente ed aggravata (si impianta generalmente su di una laringite cronica iperplastica). Diagnosi: reperto spesso occasionale, al controllo periodico obbligatorio dei pazienti con laringite cronica iperplastica. Al minimo dubbio effettuare una biopsia, anche ripetuta. La terapia è chirurgica o con laser o radiante.
Tumore cordale. È in genere un carcinoma squamoso (l’epitelio della corda vocale vera è pavimentoso composto) e più raramente carcinoma adenoidecistico, adenocarcinoma, carcinoma mucoepidermoide. I sintomi principali sono disfonia precoce (invasione del muscolo vocale) con voce dura e sforzata che spesso insorge su di una laringopatia cronica ipeplastica. Per la diagnosi al minimo dubbio si deve ricorrere alla biopsia, anche ripetuta se esiste fondato dubbio. È possibile la terapia radiante se la neoplasia è nelle fasi iniziali, senza interessare o la commessura anteriore o la pagina inferiore della corda vocale e, soprattutto, se vi è una modesta reazione citostromale peritumorale. Se intensa reazione citostromale (come nel carcinoma squamoso verrucoso) è consigliabile solo la terapia chirurgica. Se la lesione è più estesa è necessario procedere all’asportazione della corda vocale, con plastica endolaringea ai fini fonetici. Non è possibile l’intervento conservativo se il carcinoma è quello cosiddetto indifferenziato.
Tumore della commessura anteriore. In questo caso i sintomi sono tardivi, di conseguenza anche la diagnosi è tardiva e la localizzazione è temibile. La terapia è soltanto quella chirurgica possibilmente conservativa).
Tumore della regione sovraglottica. Sono tumori con diversa sede di insorgenza e con terapia e prognosi diverse.
Tumori marginali (epilaringei) colpiscono il bordo dell’epiglottide e le pliche dell’area.
Tumore vestibolare anteriore (pagina laringea dell’epiglottide) e laterale (corda falsa).
Tumore del ventricolo di Morgagni. La sintomatologia è difficile da cogliere all’inizio con modesta sensazione di corpo estraneo, continua, in un punto fisso, dolori trafittivi irradiati dalla regione laringea (irradiazione all’orecchio, in fase più tardiva), voce modificata, meno squillante, emessa con più fatica, senza mai giungere alla disfonia del tumore cordale. La diagnosi si ottiene con esame laringoscopico e al minimo dubbio una biopsia anche ripetuta (sviluppo sottomucoso della neoplasia). La terapia medica è base chemioterapica se le lesioni marginali, non danno reazioni citostromale peritumorali; in casi gravi terapia chirurgica conservativa (asportazione regione sovraglottica.con conservazione di fonazione-respirazione-deglutizione) se possibile.
Tumori sottoglottici. Si manifestano con precoci disturbi respiratori, dispnea ingravescente. È possibile la diagnosi: precoce, ma localizzazione è temibile con prognosi riservata. La terapia è solo chirurgica.
Tumori laringo-ipofaringei. Comprendono due principali localizzazioni, dove il processo neoplastico può interessare sia la parete laterale della laringe, sia quella cavità virtuale che è l’ipofaringe, importante soprattutto per il transito del cibo).
Tumori del seno piriforme (la doccia situata lateralmente alla laringe,tra la cartilagine tiroidea e cricoidea). La sintomatologia più importante è la disfagia ingravescente fissa e precoce. La diagnosi si ottiene con l’esame laringoscopico; studio radiologico e la biopsia. La terapia è chirurgica e/o radiante della lesione primitiva e dei linfonodi satelliti, sempre condizionata dalla valutazione dei fattori anatomici, ma soprattutto dei fattori biopatologici tumorali.
Tumori della parete posteriore, cioè in sede retrocricoidea. La sintomatologia è spesso tardiva, anche se sono presenti disfagia precoce, continua, ingravescente con dolori irradiati, dimagramento precoce. La diagnosi si ottiene con l’esame laringoscopico, lo studio radiologico e la biopsia. La terapia è quella chirurgica e/o radiante della lesione primitiva e dei linfonodi satelliti; sempre condizionata dall’esatta valutazione non solo dei fattori anatomici, ma soprattutto dei fattori biopatologici tumorali.

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Laringite: sintomi e cause dell’infiammazione della laringe

Laringite

La laringite è l’infiammazione della mucosa della laringe, organo deputato alla fonazione in quanto contiene le corde vocali. Didatticamente si distingue la laringite acuta, che non provoca alterazioni a lungo termine, dalla laringite cronica. Andiamo dunque a vedere cause e sintomi della laringite, distinguendo però fra laringite acuta e laringite cronica. Ricordando che spesso la laringite si accompagna anche a faringite.

Laringite acuta

Le principali cause di laringite acuta sono:

  • infezioni virali
  • infezioni batteriche (Streptococco, Stafilococco, Haemophilus influenzae)
  • riniti, faringiti
  • bronchiti, tracheiti
  • edema angioneurotico e da stasi
  • insufficienza renale
  • reflusso gastroesofageo
  • assunzione di preparati a base di iodio
  • radioterapia
  • inalazione di vapori tossici o gas

I sintomi della laringite acuta sono:

  • disfonia, afonia (se superiore alle tre settimane, da sospettare altre patologie come i carcinomi delle corde vocali)
  • dispnea
  • tosse secca e stizzosa
  • espettorazione catarrale o purulenta
  • stridore inspiratorio

Queste le complicanze della laringite acuta:

  • febbre
  • ascessi e flemmone
  • tosse simile alla pertosse
  • disfagia
  • otalgia

Laringite cronica

Queste sono le cause di laringite cronica:

  • fumo di sigaretta
  • alcolici
  • errato uso della voce
  • vapori tossici e gas
  • laringiti acute recidivanti
  • infiammazione cronica delle basse vie aeree
  • infiammazione cronica delle alte vie aeree
  • reflusso gastroesofageo
  • carenze vitaminiche
  • diabete mellito
  • gotta
  • sifilide
  • tubercolosi

I sintomi della laringite cronica sono:

  • disfonia
  • afonia
  • tosse secca e stizzosa
  • secchezza delle fauci
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Le cause della raucedine e i rimedi migliori

Cosa fare in caso di raucedine e come evitarne la comparsa: piccoli accorgimenti per salvaguardare la nostra voce.

La raucedine non va considerata un problema incurabile, anche se in certi periodi dell’anno può cronicizzare e ripetersi più frequentemente, specialmente con l’arrivo dei primi freddi, o in situazioni particolari, come quando si parla a lungo e a voce molto alta. Si tratta solitamente di un’alterazione della voce, unadisfonia temporanea che può essere provocata da fattori tra i più disparati: le cause della raucedine possono essere molteplici e dipendere sia da farmaci, sia da infiammazioni o irritazioni delle corde vocali, quando non da patologie ben più gravi.

Le cause più frequenti della raucedine sono:

  • laringiti: le infiammazioni della laringe possono essere acute, quindi provocate da un virus, o croniche, legate ad altre manifestazioni patologiche.
  • reflusso laringofageo: chi soffre di problemi digestivi può avere una risalita dei succhi gastrici nella gola, che causano irritazione e problemi vocali.
  • affaticamento della voce: dovuto ad un cattivo utilizzo delle corde vocali per un tono di voce troppo alto tenuto sul lungo periodo, o a causa di urli prolungati (come dopo i concerti dal vivo).
  • noduli o polipi alle corde vocali: sono lesioni benigne che colpiscono prevalentemente chi utilizza la voce per lavoro, come i cantanti: si curano con la terapia della voce e con interventi di microchirugia.
  • emorragia alle corde vocali: recentemente balzata alla ribalta perché ha colpito la popstar Adele, l’emorragia può esere causata da uno sforzo eccessivo e va curata con assoluto riposo vocale.
  • tumore della laringe: la patologia più grave di tutte.
  • paralisi alle corde vocali: si solito si manifesta con problemi a respirare e a deglutire; la raucedine ne può essere una spia d’allarme.
  • utilizzo di farmaci: influiscono sull’idratazione delle mucose, provocando la raucedine.

rimedi migliori per contrastare la raucedine o evitarne la comparsa sono di solito molto naturali e consistono in piccoli accorgimenti da seguire quotidianamente: oltre a bere molta acqua, che aiuta le mucose a rimanere correttamente idratate e le corde vocali  lubrificate, vale la pena riscaldare la voce quando si sa di dover parlare a lungo o in luoghi dove non è possibile avere una corretta amplificazione. Inoltre evitate gli alcolici e la caffeina e, se lo fate, smettete di fumare: è dimostrato che il fumo provoca l’insorgenza dei polipi alle corde vocali e peggiora l’irritazione della laringe.

Per quali motivi può «andare giù» la voce? Sforzi, virus, reflusso e tumori all’origine della «disfonia»

Ci sono diverse possibili cause per l'abbassamento di voceCi sono diverse possibili cause per l’abbassamento di voce

I disturbi della voce, in termini tecnici disfonie, si presentano con una varietà di sintomi: dalla voce rauca, soffiata, debole, alla sua completa assenza. In gran parte dei casi la disfonia è causata da sforzi nel parlare, ma può essere anche la spia di patologie più serie. «Un terzo delle persone usa la voce come strumento di lavoro e, se la usa troppo e male, rischia la disfonia — spiega Claudio Albizzati, responsabile del Servizio di Otorinolaringoiatria Multimedica di Milano —. Insegnanti, telefonisti, cantanti, attori e politici sono più a rischio. Le possibilità di disturbi della voce aumentano anche se si fuma, si abusa di alcolici, si lavora in un ambiente rumoroso (che rende necessario alzare la voce), nonché in seguito all’assunzione di alcuni farmaci».

 

Perché va giù la voce?
«A volte abbassamento o raucedine sono il segnale di un problema psicologico, ma nella maggior parte dei casi la voce va giù per un abuso vocale, che può favorire la comparsa di noduli a livello delle corde vocali. La laringite virale è un’altra classica causa di disfonia, che può essere secondaria anche a bronchiti e polmoniti. Sono inoltre sempre più comuni anche i casi legati al reflusso gastroesofageo (che arriva a irritare le corde vocali), più rari i casi in cui la disfonia è il segnale di un tumore della laringe della tiroide, del polmone, del cervello o di un ictus».

Come bisogna comportarsi?
«Se la voce non torna normale in 2-3 settimane è bene farsi visitare da un otorinolaringoiatra. Per la diagnosi è fondamentale un’accurata indagine della storia del paziente per un corretto inquadramento (epoca di insorgenza e modalità d’esordio del disturbo, attività professionale, ambiente lavorativo, affezioni del tubo digerente, precedenti interventi per un tumore del polmone o della tiroide, traumi, fumo, alcol). Poi si esaminano le corde vocali con la fibroscopia flessibile, procedura che può essere eseguita in ambulatorio. I fibroscopi permettono di evidenziare alterazioni anatomiche (polipi, tumori, ecc.) e/o funzionali (noduli da sforzo, paralisi delle corde vocali, ecc.). In alcuni casi, per avere informazioni più dettagliate, si possono eseguire laringoscopia con ottica rigida e stroboscopia».

Quali sono le cure? 
«Innanzitutto, l’igiene della voce: non gridare, respirare correttamente, cercare di parlare in ambienti dove non ci sia rumore di fondo. Ovviamente se la disfonia è il segnale di altre malattie bisogna curarle. Particolare attenzione è necessaria nel caso di reflusso laringofaringeo, spesso non riconosciuto e trattato a dovere. Una volta accertata la presenza di questa condizione si ricorre ai farmaci del caso, oltre, ovviamente alla dieta ed ad altri accorgimenti sullo stile di vita. È inoltre utile eseguire la fibroscopia sia prima sia durante la terapia per vedere lo stato di corde vocali e laringe».

Antonella Sparvoli

http://www.corriere.it/

la disfonia


Come parliamo? Com’è la nostra voce? E soprattutto, che esempio di voce hanno i nostri figli intorno che condizioneranno la loro?

Si perché anche la voce è in un certo senso contagiosa, e le cattive abitudini rischiano di essere trasmesse con la conseguente perdita di capacità espressiva e comunicativa.

Da un punto di vista strettamente medico, la disfonia spasmodica, conosciuta anche come disfonia spastica o distonia laringea, è un disturbo molto raro, difficile da diagnosticare e difficile anche da curare, la chirurgia non offre benefici e tra i vari tipi di intervento l’unico che offre dei vantaggi sono le iniezioni della tossina botulinica, che riesce ad ottenere degli effetti benefici sulla voce per circa tre mesi, terapia che deve dunque essere ripetuta periodicamente. La disfonia spastica colpisce i muscoli vocali della laringe, i muscoli delle corde vocali hanno delle contrazioni che rendono il parlare faticoso e la voce risulta strozzata e forzata, tremante o apirata. I sintomi possono migliorare in alcune circostanze, quando ci si rilassa, se si ride, si canta o se si sbadiglia, e peggiorare in alcune condizioni, come il parlare al telefono o in stati di tensione emotiva. Ma la disfonia non è una malattia causata da stress.

Sempre da un punto di vista strettamente medico, la disfonia spasmodica può essere di tipo adduttorio, e si verifica con una contrazione eccessiva, involontaria e abnorme della muscolatura che avvicina le corde vocali, e la conseguenza è una voce strozzata, con un inizio e una fine bruschi. Nella disfonia di tipo abduttorio invece è eccessiva la contrazione dei muscoli che allontanano le corde vocali, e la voce risulta sussurrata, discontinua e affannosa, a tratti ansimante e tremante.

La causa della malattia è sconosciuta, accreditate le tesi di un trauma alle corde vocali e pare che anche l’uso di un farmaco, il fenotiazine, può essere considerato fattore di rischio. Indipendentemente dalle cause, si ritiene che nei pazienti disfonici vi sia un funzionamento alterato dei gangli della base, un’area del cervello che serve a coordinare la muscolatura di tutto il corpo.

Ma se la disfonia acutizzata e identificata come una malattia è rara, lo è meno la cattiva abitudine di sottovalutare la voce, cessando di ascoltarla per prestare attenzione solo al contenuto e non alla forma. Ma anche la forma, ovvero il tono della voce, è importante, fa parte delle nostre caratteristiche fisiche e possiamo cercare di valorizzarla, prestando attenzioni alle abitudini sbagliate da evitare e iniziando ad assumere comportamenti corretti.

La voce rauca, come quando si è influenzati, rischia di diventare una condizione abituale della nostra vita, soprattutto per via de atteggiamenti sbagliati. Il gridare, innanzitutto, il doversi esprimere con un tono di voce alterato per farsi sentire, condiziona le persone che ci stanno accanto e trasmette un esempio di voce distorta. La presenza di televisori o radio accesi ad alto volume rende faticosa la conversazione, perché per parlare occorre usare un tono di voce più alto degli apparecchi, e offre un pessimo esempio ai bambini che ascotano e non imparano le corrette diamiche del dialogo, fatto di tempi d’ascolto e di tempi di espressione. Anche il parlare sotto sforzo è una cattiva abitudine che affatica la voce e la distorce, così come il parlare senza guardare il nostro interlocutore in faccia è un fattore di dispersione, perché implica un meccanismo che alza la voce. Mentre, la voce “sana” deve poter uscire senza sforzo tanto ad alto quanto a basso volume, gridare non dev’essere una condizione abituale.

Le persone più a rischio disfnonia sono considerate quelle che parlano tanto, come gli insegnanti e le maestre, che spesso tendono ad alzare la voce per farsi sentire dai bambini, offrendo tra l’altro un modello sbagliato.

Cosa evitare per difendere e curare la propria voce:

* Chiamarsi a distanza ad alta voce, da una stanza all’altra della casa, per esempio, o da un balcone ad un cortile, sono abitudini sbagliate e sarebbe opportuno evitarle

* Parlare a volume eccessivo e cantare a squarciagola

* Parlare tanto anche quando si è raffreddati e senza voce

* Parlare troppo

* Parlare in ambienti fumosi e rumorosi

* Parlare durante uno sforzo fisico

* Parlare in fretta e in apnea, con concitazione

* Urlare per farsi sentire

* Non guardare in faccia le persone con cui si parla

E cosa è invece utile accorgimento per migliorare la nostra voce:

* Curare il valore della conversazione, rispettarne i tempi e le dinamiche, aspettare il proprio turno per parlare e guardando in viso il nostro interlocutore

* Chiacchierare senza fretta

* Chiacchierare in luoghi non rumorosi

* Non forzare la gola in condizioni di salute alterata

* Non parlare sotto sforzo, attendere di avere una respirazione regolare

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