Focus sul cancro al cavo orale: come difendersi

Fattori di rischio, sintomi, diagnosi e novità chirurgiche per i tumori testa-collo che colpiscono ogni anno 600mila persone nel mondo. Le neoplasie alla faringe e alla laringe rappresentano quasi il 5% del totale. Intervista agli specialisti.

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Focus sul cancro al cavo orale: come difendersi

Con la collaborazione delle dottoresse Maria Benevolo, Anatomia Paologica IRE, e Maria Gabriella Donà, Dermatologia Infettiva San Gallicano, e del Prof. Giuseppe Spriano, direttore di Ototrinilaringoiatria e Chirurgia testa-collo IRE.

 

L’arma più forte è sempre la prevenzione. Nell’oncologia lo si ripete spesso. La diagnosi precoce dei sintomi, infatti, per gran parte dei tumori, permette di alzare fino al massimo le possibilità di cura e con esse le probabilità di dire: “ce l’ho fatta, ho sconfitto il mio nemico”. Non sempre però è facile accorgersi in tempo dei sintomi o dar loro il giusto peso. È il caso dei tumori al cavo orale.

Nel mondo, il cancro di faringe e laringe rappresentano quasi il 5% di tutte le neoplasie. Quelli riconducibili in generale alla categoria testa collo (cavità orale, faringe, laringe, rinofaringe e ghiandole salivari) colpiscono ogni anno 600mila persone a livello globale. Oltre 350mila è il calcolo dei decessi. I sintomi sono raucedine persistente, mal di gola, bruciore alla lingua o lesioni alla bocca, gonfiore al collo, difficoltà a deglutire, naso chiuso o sanguinamento. Gli esperti consigliano di rivolgersi al medico se uno di questi segnali perdura per 3 settimane.

Nonostante si localizzino in un’area per tutti noi semplice da controllare anche solo davanti allo specchio, questo tipo di neoplasie rischiano a volte di essere diagnosticate solo quando sono a uno stadio avanzato (2 pazienti su 3). Eppure le cure, così come la chirurgia, ha compiuto passi da gigante e permette di aumentare le aspettative di vita (più dell’80% dei pazienti è sopravvive dopo i 5 anni se diagnostica precocemente il cancro). Ce lo spiegano in questa intervista il Prof. Giuseppe Spriano, direttore di Ototrinilaringoiatria e Chirurgia testa-collo dell’IRCCS Regina Elena di Roma, e le dottoresse Maria Benevolo, del reparto di Anatomia Paologica, sempre dell’Istituto specializzato nella terapia dei tumori,  e Maria Gabriella Donà, di dermatologia Infettiva dell’IRCCS San Gallicano di Roma.

 

Come si manifestano e quali sono i consigli per la diagnosi precoce dei tumori al cavo orale?

I tumori del cavo orale si manifestano come ulcerazioni a margini irregolari, dolenti. Negli stadi avanzati, inoltre, con la difficoltà alla deglutizione e all’articolazione della parola.

 

Quando si può dire che la diagnosi è precoce?

A dispetto di quanto appena detto spesso la diagnosi non è precoce perché il paziente sottovaluta i sintomi e perde tempo, come pure il medico o il dentista. Ovviamente le possibilità di cura aumentano se il tumore viene riconosciuto in stadio iniziale e la cura è meno invasiva.

 

Quali sono gli esami a cui viene sottoposto il paziente per la diagnosi?

L’esame più importante è proprio quello di sottoporsi ad una visita otorinolaringoiatrica. In fase pre-operatoria verranno eseguiti esami diagnostici (ecografia, Tac o risonanza magnetica) per valutare l’estensione della malattia e l’eventuale presenza di metastasi linfonodali.

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Laringectomia totale: cos’è e cosa comporta

L’intervento di laringectomia totale consiste nella demolizione delle strutture laringee, cui consegue una netta separazione tra le vie aeree e le vie digestive; la trachea viene infatti direttamente collegata all’esterno con un tracheostoma permanente.

 

Non di rado questo intervento coinvolge anche altre strutture adiacenti, come la base linguale, l’ipofaringe e, quando è necessario uno svuotamento linfonodale laterocervicale, il collo.

La laringectomia totale è un intervento altamente invalidante: la principale funzione che viene persa è quella vocale, ma non è l’unica.
La laringe, infatti, svolge molteplici funzioni.
Vediamo quali.

Funzione protettiva: normalmente quando mangiamo la laringe protegge dall’aspirazione del cibo e, attraverso la tosse, elimina eventuali corpi estraneiche altrimenti raggiungerebbero le vie aeree inferiori. A seguito di un intervento di laringectomia totale, però, l’aria entra ed esce dallo stoma, quindi questa funzione viene persa.

Funzione respiratoria: la laringectomia totale implica che l’aria non venga più inspirata tramite il naso, ma direttamente tramite lo stoma; ciò significa che non sarà nè riscaldata, nè filtrata, nè umidificata. Va inoltre considerato che nel postoperatorio il paziente deve portare la cannula tracheale.

Funzione fonatoria: in mancanza delle corde vocali, il paziente sarà completamente afono.

Funzione olfattiva: questo intervento determina anche anosmia, ossia l’impossibilità di sentire gli odori, proprio perchè l’aria non passa più attraverso le narici, dove sono situati i recettori olfattivi.

Funzione emotiva: grazie alle corde vocali è possibile piangere, ridere, urlare…L’impatto psicologico di un intervento come la laringectomia totale, quindi, non deve mai essere trascurato, perchè il paziente vede improvvisamente alterarsi tutta la sua vita psico-affettiva e relazionale.

Funzione di fissazione: anche se non sempre ne siamo consapevoli, la laringe ci aiuta in molti momenti, ad esempio durante il sollevamento di qualcosa di pesante, la minzione e il vomito. Anche la capacità di apnea, quindi, viene alterata dalla demolizione di queste strutture.

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Una rassegna sistematica degli effetti delle radiazioni terapia in testa e del collo.

Una revisione sistematica di studi di radioterapia in diversi tipi di tumore è stata effettuata dal Consiglio svedese of Technology Assessment in Health Care (SBU). Le procedure per la valutazione della letteratura scientifica sono descritti separatamente (Acta Oncol 2003; 42: 357-365). Questa sintesi della letteratura sulla radioterapia per tumori della testa e del collo si basa su dati provenienti da 39 studi clinici randomizzati e 1 meta-analisi. In totale, 40 sono inclusi articoli scientifici, coinvolgendo 20893 pazienti. I risultati sono stati confrontati con quelli di una panoramica simile da 1996 cui 79 174 pazienti. Le conclusioni possono essere riassunte come segue: generale, non rinofaringe. Una sostanziale evidenza indica che l’effetto di tumore radioterapia può essere aumentata la somministrazione concomitante di agenti chemioterapici, in particolare cisplatino e 5-fluorouracile. Vi è moderata evidenza di un beneficio di sopravvivenza di radiazione in combinazione con la chemioterapia concomitante rispetto alla sola radioterapia. Tuttavia, i risultati sono ambigui. C’è una sostanziale evidenza in studi pubblicati per un aumento della frequenza di gravi effetti collaterali acuti a causa concomitante di chemioterapia e radioterapia. Ci sono pochi studi che consentono alcuna stima del rischio di gravi effetti collaterali tardivi. C’è una debole indicazione di un aumentato rischio per la fibrosi grave. Commento: La qualità generale degli studi e la mancanza di informazioni sugli effetti collaterali gravi indicano la necessità per i grandi studi clinici ben disegnati, con un ragionevole follow-up. Conservazione della laringe studi. C’è una forte evidenza che la conservazione della laringe è possibile nel 50% dei pazienti che sopravvivono per 5 anni con cancro ipofaringee quando trattati con chemioterapia neoadiuvante e radioterapia radicale Vi è una tendenza non significativa per la sopravvivenza complessiva sia inferiore a non-chirurgico, i pazienti trattati rispetto in quelli trattati con la chirurgia primaria e Rinofaringe radioterapia post-operatoria. Vi è moderata evidenza che i pazienti con carcinomi del rinofaringe, del beneficio di tipo endemico dalla terapia con una combinazione di chemioterapia e radioterapia radicale. Tuttavia, i risultati degli studi riportati sono equivoci. Vi è qualche indicazione che gli effetti collaterali acuti delle radiazioni sono più gravi nel contesto concomitante che in neoadiuvante. Commento: Non ci sono dati sulla grave tossicità tardiva. Dose, orari di frazionamento. Ci sono alcune prove che gli orari di alcuni di frazionamento alterato migliorare il controllo del tumore senza aumentare gravi effetti collaterali tardivi. Vi è qualche evidenza che i tessuti nervosi sono più suscettibili ai danni da frazionamento alterato. Dati concreti mostrano che il frazionamento alterato aumenta gli effetti collaterali acuti. Vi è moderata evidenza che iperfrazionamento accelerato può ridurre la frequenza di gravi effetti collaterali tardivi, pur mantenendo un effetto simile tumore come sensibilizzatori cellulari convenzionali di radioterapia ipossiche. Maggiormente segnalato prove respingere l’utilità di nitroimidazolo derivati ​​per la sensibilizzazione delle cellule tumorali ipossiche. Vi è qualche evidenza che i pazienti con tumori della faringe e della laringe possono beneficiare di sensibilizzazione per nimorazole. Trattamento profilattico di effetti collaterali. C’è una debole evidenza che gli antibiotici locali hanno un effetto clinicamente significativo nel prevenire gli effetti collaterali acuti radioterapia. Ci sono prove sufficienti che gli agenti radioprotezionistica offrono una protezione clinicamente significativa delle ghiandole parotidi (uno studio in due pubblicazioni). Ci sono prove sufficienti che gli agenti radioprotezionistica non risparmiano tessuto tumorale. Dalla precedente relazione non studi randomizzati hanno confrontato l’efficacia della radioterapia a fasci esterni e la brachiterapia sono stati eseguiti. Entrambi i metodi sono ben noti e hanno indipendentemente dimostrato di essere efficaci nel trattamento di alcuni testa e del collo. Non è possibile trarre conclusioni circa la loro efficacia relativa. Dalla precedente relazione sono dati per guidare l’utilizzo della radioterapia intraoperatoria sono stati identificati.
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Riconoscere un tumore alla testa, con quali sintomi rivolgersi al medico?

tumore alla testa

I sintomi di un tumore alla testa dipendono da quali sono le strutture coinvolte dalla malattia. Il cancro, infatti, può colpire sia la scatola cranica sia gli organi presenti nella cavità orale o a livello del collo.

Nel primo caso si tratta di tumori che si sviluppano dalle ossa (osteosarcomi) o dalla cartilagine (condrosarcomi), i cui sintomi più frequenti sono dolore e gonfiore, che diventano tanto più costanti quanto più la malattia avanza. Nel secondo caso si tratta, invece, di forme di cancro che rientrano nel gruppo dei tumori della testa e del collo (fra cui quelli più frequenti interessano la laringe, il cavo orale e la faringe) e in quello dei tumori del massiccio facciale.

Ecco i sintomi che dovrebbero farci rivolgere al medico, soprattutto se non scompaiono in poco tempo:

  • Tumori orali che si formano dalle gengive e dal palato: dolore ai denti, sanguinamenti, vesciche, ulcere e ferite che non si rimarginano. Nei casi più gravi la lingua si può gonfiare e può diventare difficile aprire la bocca.
  • Tumori del seno mascellare: sintomi della sinusite, mal di denti, perdita di sangue dal naso, gonfiore dei tessuti molli della guancia, del palato e delle gengive, occhi sporgenti.
  • Tumori all’osso etmoide: sintomi di sinusite, difficoltà a respirare con il naso, perdite di sangue dal naso.
  • Tumore della laringe: alterazioni della voce e, nei casi già avanzati, difficoltà e dolore a deglutire. Raramente, affanno respiratorio.
  • Tumore della faringe: fastidio o dolore alla gola che può arrivare fino all’orecchio, difficoltà a deglutire, alito molto pesante, voce nasale, produzione di saliva abbondante e, nella metà dei casi, ingrossamento dei linfonodi del collo.
  • Tumore del rinofaringe: disturbi all’orecchio (diminuzione dell’udito, ronzii, fischi, otiti, orecchie tappate). Spesso i sintomi iniziali sono poco importanti e iniziano con un ingrossamento dei linfonodi del collo. In alcuni rari casi i disturbi possono coinvolgere il naso, che si chiude, cola molto e, a volte, sanguina.
  • Tumori dei seni paranasali: ostruzione nasale, raffreddore continuo, alterazione della sensibilità della pelle del viso o paralisi facciali.
  • Tumore delle ghiandole salivari: nelle fasi iniziali dà pochi sintomi, fra cui la presenza di una massa che non fa male se viene toccata e che può essere localizzata sulla mandibola o sotto di essa o nel cavo orale. In alcuni casi si possono avere difficoltà ad aprire la bocca o si può paralizzare metà volto.
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Cancro della laringe, interventi d’avanguardia a Taormina

L’Unità di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico facciale diretta dal dott. Politi ancora protagonista di complesse operazioni che hanno salvato la vita ai pazienti riuscendo a restituire loro anche la voce

il dott. Antonio Politi

L’Unità di Otorinolaringoiatria e chirurgia cervico facciale ad indirizzo oncologico dell’Ospedale San Vincenzo di Taormina, diretta dal dott. Antonio Politi, si conferma sempre più all’avanguardia nella lotta ai tumori.

In particolare viene trattato in questo reparto con tecniche ormai di riferimento assoluto per l’intero Sud Italia il cancro della laringe, la neoplasia più frequente tra i tumori della testa e del collo: le cause sono il fumo, l’alcool, e recentemente si sono aggiunte cause virali legate al “papilloma virus”.

Una volta colpiva quasi solo gli uomini, adesso il gap con le donne va sempre più assottigliandosi. Quando ad un paziente viene diagnosticato il cancro della laringe, non solo si ingenera la paura di soffrire o di morire, ma anche l’eventualità della perdita della voce o di rimanere tutta la vita con il tracheostoma. Nei giorni scorsi, al “San Vincenzo”, è stato eseguita per la prima volta in Sicilia una ricostruzione delle corde vocali tramite muscoli anteriori del collo (sternoioidei), raffinato intervento “inventato” dal prof. Aldo Garozzo, regalando così al paziente una efficace neo-voce.

E sempre di recente è stato eseguito un altro intervento ricostruttivo e sofisticato, essendo asportata parte della laringe dove aveva sede il tumore che infiltrava sia le corde vocali che la regione sottostante – e ricostruendo l’organo fonatorio con la stessa trachea del malato (tracheoioidoepiglottidopessia). Le operazioni di chirurgia ricostruttiva vengono riservate a casi selezionati, e seguiti dalla riabilitazione logopedica, senza la quale tutto verrebbe vanificato.

“Oggi – spiega il dott. Politi – si è nelle condizioni di poter fare una selezione più accurata degli interventi per i pazienti oncologici testa/collo garantendo a tutti la voce: dalla laserchirurgia per tumori cordali allo stadio iniziale, alle laringectomie parziali ricostruttive, ma anche nel caso meno frequente di laringectomie totali, avvalendosi della riabilitazione logopedica o delle protesi fonatorie, piccolo gioiello bioingegneristico.

Il paziente oncologico cervico facciale, per le sue peculiari problematiche deglutitorie, fonatorie, respiratorie, va operato e seguito nel proprio territorio, nella volontà di percorrere un lungo percorso prima di guarigione e poi di controllo insieme al medico ed agli assistenti che lo hanno preso in cura e che a lui si sono dedicati con le tecniche chirurgiche ed assistenziali più moderne”. Al “San Vincenzo”, attorno al paziente oncologico cervico facciale si muove una comunità multidisciplinare composta non solo dai chirurghi Orl, ma anche oncologi, onco radiologi, anestesisti e terapisti del dolore, anatomopatologi, gastroenterologi, radiologi, psicologi, infermieri dedicati, logopedisti.

La voce è la peculiarità del genere umano ed ecco perché vi è la necessità assoluta di “estirpare” una malattia così devastante, e la sfida resta nel non privare il paziente della massima espressione della comunicazione, ciò che rappresenta l’uomo e lo fa riconoscere in società. Oggi si eseguono interventi di laringectomia ricostruttiva, e non più totale come un tempo ed è grande la differenza: anche asportando le corde vocali, si garantisce sia una buona voce che l’affrancamento dalla tracheotomia a permanenza, una tremenda stimmate postoperatoria.

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Il sesso orale causa il tumore orofaringeo

 

24 MAGGIO 2012 di MARIA LUISA CHIARENZA in BREAKINGDAYLIFE con NESSUNA RISPOSTA

Fellatio e Cunnilingus, due pratiche amate che portano troppi rischi.HPV, il Papillomavirus umano è la causa principale dell’incremento dei tumori alla bocca e alla gola. Si trasmette alle vie orali tramite il sesso orale

Sesso orale? Piace? Non piace? Comunque sia sempre meglio usare il preservativo, magari al gusto di frutta. Perché?

Recenti studi americani e inglesi hanno portato alla luce una scomoda verità. Il sesso orale può provocare il tumore orofaringeo, bocca e gola.  La causa? Il papilloma virus. Il contatto tra le mucose orali e il virus avviene con la pratica del sesso orale e dal virus alla formazione del tumore, il passo è breve. Gli studio sono stati resi noti dal Times, dal British Medical Journal,  e sul The Journal of Clinical Oncology.

Il tumore della bocca , riporta uno studio  dell’Omceo  , si trova all’ottavo posto per gli uomini e all’undicesimo per le donne, tra i tumori più comuni al mondo, con un’incidenza annuale stimata intorno ai 275000 nuovi casi, due terzi dei quali si presentano nei Paesi in via di sviluppo.

È si, la principale causa del tumore al collo dell’utero. La Ohio State University di Columbus (Usa) ha portato avanti la ricerca dimostrando che il Papillomavirus umano (HPV) è trasmissibile anche con questa pratica sessuale, nonché il numero è in esponenziale rialzo. Dal 1974 al 2007 negli USA  è stato registrato un incremento del 225% in più nei casi di tumore orale, ma ciò che stupisce è il fatto che diminuiscono i tumori in cui  le cause sono fumo e alcool.

Maura Gillison, esperta, ha sottolineato che i più a rischio sono le persone che nella vita hanno più di sei partner sessuali, sempre riguardanti il sesso orale, e che se  già è avvenuta  una prima infezione orale  il rischio di sviluppare un tumore è 32 volte maggiore  “Quando si confrontano le persone che hanno un’infezione orale o no,  il singolo fattore più importante è il numero di partner su cui la persona ha praticato sesso orale. Quando aumenta il numero di partner aumenta anche il rischio. Il rialzo si ha più nei casi maschili, tanti ragazzi sono stati colpiti negli ultimi anni, ecco perché è giunto il momento  di avere una discussione più approfondita sui benefici della vaccinazione contro l’HPV per i ragazzi. Le evidenze scientifiche non confermano ancora se il vaccino possa proteggere dal contagio da HPV per via orale, ma gli esperti del settori sono ottimisti. Finora, infatti, i prodotti disponibili si sono dimostrati efficaci al 90% in tutte le parti anatomiche in cui sono stati studiati” ha poi concluso “Comunque vale la pena di ricordare che questi tumori sono rari e che infettarsi con il virus non vuol dire andare necessariamente incontro alla malattia. Anzi chi si ammala rappresenta una percentuale molto piccola” infine ha aggiunto che “Se un mio paziente mi chiede se è necessario vaccinare il proprio figlio, io rispondo sì, certamente”.

L’associazione britannica Cancer Research Uk ha definito questa malattia un “epidemia emergente”, nel Regno Unito ogni anno muoiono circa 1.800 persone di cancro orale, negli ultimi 20 anni questa malattia è aumentata del 50 % tra gli uomini e , solo negli ultimi 12 mesi, del 3% tra le donne. Anche l’associazione ha notato che è in diminuzione il cancro alla gola dovuto al fumo o all’alcool, mentre è in forte aumento esponenziale il tumore a causa del sesso orale.

Lesley Walker , direttrice del Cancer Research Uk, ha commentato “ È chiaro che le persone hanno maggiori possibilità di essere colpite da questa malattia se hanno tanti partner sessuali e se praticano il sesso orale, siano essi uomini o donne. Inoltre la vaccinazione delle ragazze contro l’HPV potrebbe ridurre il livello di infezione, ma il miglior consiglio da suggerire è quello di usare il preservativo durante i rapporti sessuali, anche quello orali

Purtroppo i progressi scientifici e clinici compiuti nel settore della terapia del carcinoma orale sono stati poco significativi: i tassi di mortalità restano elevati. Per salvaguardare la propria salute, si raccomanda sempre l’uso del preservativo e del Dental Dam , il lenzuolino di lattice utilizzato come barriera tra l’ano o la vagina e la bocca.

Sull’argomento si è espresso anche il professor Luciano Mariano, ginecologo oncologo dell’Istituto Regina Elena di Roma, “Bisogna comunque essere cauti anche se è vero che sono in atto molte ricerche per verificare lo sviluppo del papilloma virus umano in molte neoplasie, come ad esempio quelle della bocca”.

Secondo i dati della Fondazione Veronesi, i tumori a testa e collo sarebbero circa 640mila ogni anno (più di 6mila solo in Italia, con un tasso di mortalità a cinque anni di oltre il 70%) e i più colpiti sarebbero gli uomini fra i 50 e i 70 anni.

Alessandra Graziottin, direttore del centro di Ginecologia e Sessuologia medica del San Raffaele Resnati di Milano, ha spiegato “Questi numeri sono senz’altro preoccupanti, se non si fa sesso orale protetto. È stato, infatti, dimostrato che il 48% dei casi di tumore alla laringe potrebbe essere collegato proprio al Papilloma Virus umano. Ecco perché è necessario l’utilizzo del preservativo, come pure del vaccino, utile in questo caso a prevenire molte patologie genitali, che registrano il picco nella fascia 15-24 anni”.

In effetti un vaccino anti-Papillomavirus c’è, ma è solo preventivo e ancora non è stato testato per il tumore orofaringeo, o sui maschi. Attualmente la ricerca dell’HPV viene aggiunta al Pap test negli screening per il tumore della collo dell’utero, ma non ci sono screening per i tumori del cavo orale, a parte l’ispezione durante le visite odontoiatriche di routine. E del resto gli esperti ritengono che sia ancora troppo presto per raccomandare un test. In futuro si potrebbe pensare di metterne a punto uno per la ricerca dell’HPV nella saliva.

A proposito del vaccino, la dottoressa Graziottin si è espressa in merito spiegando che  “Il vaccino è di due tipi: bivalente, ossia, protegge contro l’HPV 16 e 18, responsabili del 70% dei carcinomi del collo dell’utero, e quadrivalente, cioè oltre al 16 e al 18, protegge anche contro il 6 e l’11. In entrambi i casi ha solo una funzione preventiva: in altre parole, agisce solo se l’organismo non è ancora entrato in contatto con l’HPV di quei ceppi. Oltre al cancro dell’utero, l’HPV causa anche patologie non tumorali ma molto diffuse, come ad esempio le lesioni di basso grado al collo dell’utero e i condilomi genitali. Gli HPV oncogeni causano, invece, lesioni cellulari evolutive che possono essere definite come “l’anticamera” del tumore, tra cui le lesioni precancerose al collo dell’utero, alla vulva, alla vagina, all’ano e al cavo orofaringeo. Oltre al cancro invasivo del collo dell’utero, i Papillomavirus causano altri tumori, che si localizzano su vulva, vagina, ano, pene e cavo orofaringeo, quando le lesioni precancerose progrediscono, iniziando l’invasione vascolare”.

Non ancora accertato da studi medici è il contagio attraverso il bacio. Il virus è ubiquitario: si ritiene che una buona fetta della popolazione mondiale, uomini e donne indifferentemente, si infettino nel corso della vita, ma nella maggior parte dei casi l’infezione si risolve con pochi sintomi.

Innegabile l’utilizzo di questa pratica sessuale, piacevole per i più, ma molto pericolosa. Di sicuro tra i rischi non vi sono gravidanze inaspettate, ma la possibilità di avere un tumore è molto più paurosa di una gravidanza.

Unico consiglio. Usate il preservativo, intanto vi protegge finché non si trovi un vaccino efficace per uomini e donne.

Giornata dell’informazione sui tumori della testa e del collo

Elenco dei Centri che partecipano alla manifestazione

17 settembre 2011

Vi aspettiamo nei nostri stand 
Roma in Piazza del Popolo, angolo via del Babuino, 
Milano in Corso Garibaldi, altezza civico 125, 
sabato 17 e domenica 18 settembre dalle 9:00 alle 19:00

cancer day 2011

Con il sostegno della Fondazione Cesare Serono 

Fondazione Cesare Serono

Quando il computer diventa una seconda pelle

Con un «tattoo elettronico», nuovo tipo di interfaccia tra uomo e macchina

 

 

Un dispositivo elettronico ultrasottile e simile a un tatuaggio temporaneo, da applicare sulla pelle senza fili né colla, potrà monitorare molte funzioni dell’organismo che oggi vengono controllate collegandosi a elettrodi o ingombranti macchinari. Il «super cerotto» è stato messo a punto da un gruppo di ingegneri e altri scienziati guidato dall’università dell’Illinois, negli Usa.

 

Grazie alle sue innovative proprietà, e in particolare a una serpentina elettronica morbida e flessibile come la pelle, il dispositivo è in grado di assecondare le rughe e le proprietà meccaniche della cute umana. Oltre alla raccolta dei dati relativi all’attività di muscoli, cuore e cervello, questo tatuaggio elettronico – spiegano i suoi inventori su Science – può anche essere utile ai pazienti con disturbi neurologici o muscolari anche gravi. Per esempio i malati di Sla, aiutandoli a comunicare interfacciandosi con speciali computer.

 

I ricercatori hanno inoltre scoperto che, se applicati a livello della gola, i sensori del ’cyber tattoò sono in grado di distinguere i movimenti muscolari durante la fonazione, aprendo nuove strade per la cura della patologie della laringe. «Da non sottovalutare poi l’aspetto ludico: »«Questa nuova tecnologia derivata dalla microelettronica – sottolineano gli scienziati – è stata testata anche per il controllo di un videogioco, dimostrando il potenziale di interfaccia tra uomo e macchina».

 

«Uno dei principali vantaggi – affermano i ricercatori – è che il funzionamento del dispositivo non necessita di un gel conduttore o di un collegamento. Non deve penetrare nella pelle o avere fili ingombranti. Il suo segreto è nella sua comodità e libertà per il paziente che lo porta».

 

La piastra su cui aderisce il «super cerotto» è inizialmente montata su un sottile foglio di plastica solubile in acqua, poi laminato con la stessa per aderire alla pelle «nello stesso modo con cui si applicano i tatuaggi temporanei», spiegano gli ingegneri.

 

«Il nostro obiettivo – afferma John A. Rogers, coordinatore della ricerca – era quello di sviluppare una tecnologia elettronica in grado di integrarsi con la pelle in un modo che è meccanicamente e fisiologicamente invisibile per l’utente. Quella trovata quindi è una soluzione che cancella la distinzione tra elettronica e biologia». La nuova sfida per il team è integrare i vari dispositivi montati sulla piattaforma «in modo che funzionino insieme come un sistema – si augurano – piuttosto che individualmente. E di aggiungere anche la funzionalità wi-fi».

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=9377&ID_sezione=38