Focus sul cancro al cavo orale: come difendersi

Fattori di rischio, sintomi, diagnosi e novità chirurgiche per i tumori testa-collo che colpiscono ogni anno 600mila persone nel mondo. Le neoplasie alla faringe e alla laringe rappresentano quasi il 5% del totale. Intervista agli specialisti.

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Focus sul cancro al cavo orale: come difendersi

Con la collaborazione delle dottoresse Maria Benevolo, Anatomia Paologica IRE, e Maria Gabriella Donà, Dermatologia Infettiva San Gallicano, e del Prof. Giuseppe Spriano, direttore di Ototrinilaringoiatria e Chirurgia testa-collo IRE.

 

L’arma più forte è sempre la prevenzione. Nell’oncologia lo si ripete spesso. La diagnosi precoce dei sintomi, infatti, per gran parte dei tumori, permette di alzare fino al massimo le possibilità di cura e con esse le probabilità di dire: “ce l’ho fatta, ho sconfitto il mio nemico”. Non sempre però è facile accorgersi in tempo dei sintomi o dar loro il giusto peso. È il caso dei tumori al cavo orale.

Nel mondo, il cancro di faringe e laringe rappresentano quasi il 5% di tutte le neoplasie. Quelli riconducibili in generale alla categoria testa collo (cavità orale, faringe, laringe, rinofaringe e ghiandole salivari) colpiscono ogni anno 600mila persone a livello globale. Oltre 350mila è il calcolo dei decessi. I sintomi sono raucedine persistente, mal di gola, bruciore alla lingua o lesioni alla bocca, gonfiore al collo, difficoltà a deglutire, naso chiuso o sanguinamento. Gli esperti consigliano di rivolgersi al medico se uno di questi segnali perdura per 3 settimane.

Nonostante si localizzino in un’area per tutti noi semplice da controllare anche solo davanti allo specchio, questo tipo di neoplasie rischiano a volte di essere diagnosticate solo quando sono a uno stadio avanzato (2 pazienti su 3). Eppure le cure, così come la chirurgia, ha compiuto passi da gigante e permette di aumentare le aspettative di vita (più dell’80% dei pazienti è sopravvive dopo i 5 anni se diagnostica precocemente il cancro). Ce lo spiegano in questa intervista il Prof. Giuseppe Spriano, direttore di Ototrinilaringoiatria e Chirurgia testa-collo dell’IRCCS Regina Elena di Roma, e le dottoresse Maria Benevolo, del reparto di Anatomia Paologica, sempre dell’Istituto specializzato nella terapia dei tumori,  e Maria Gabriella Donà, di dermatologia Infettiva dell’IRCCS San Gallicano di Roma.

 

Come si manifestano e quali sono i consigli per la diagnosi precoce dei tumori al cavo orale?

I tumori del cavo orale si manifestano come ulcerazioni a margini irregolari, dolenti. Negli stadi avanzati, inoltre, con la difficoltà alla deglutizione e all’articolazione della parola.

 

Quando si può dire che la diagnosi è precoce?

A dispetto di quanto appena detto spesso la diagnosi non è precoce perché il paziente sottovaluta i sintomi e perde tempo, come pure il medico o il dentista. Ovviamente le possibilità di cura aumentano se il tumore viene riconosciuto in stadio iniziale e la cura è meno invasiva.

 

Quali sono gli esami a cui viene sottoposto il paziente per la diagnosi?

L’esame più importante è proprio quello di sottoporsi ad una visita otorinolaringoiatrica. In fase pre-operatoria verranno eseguiti esami diagnostici (ecografia, Tac o risonanza magnetica) per valutare l’estensione della malattia e l’eventuale presenza di metastasi linfonodali.

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Tumore della laringe: 6 pazienti su 10 superano la malattia

tumore laringeIn Italia il 60% dei pazienti con cancro alla laringe guarisce dalla malattia. E la percentuale sale a oltre il 90% se la patologia viene diagnosticata allo stadio iniziale. All’inizio degli anni ’90, invece, solo il 50% dei malati sconfiggeva la neoplasia. “Si tratta della più diffusa e frequente forma di tumore della testa-collo – afferma il prof. Giuseppe Spriano Presidente nazionale della Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCf) in un seminario tenutosi oggi -. Ogni anno queste neoplasie colpiscono 12.000 italiani e il loro numero è in aumento a causa anche di comportamenti scorretti sempre più diffusi. Chi assume alcol corre, infatti, un rischio 3 volte maggiore di cancro al cavo orale, faringe ed esofago rispetto ad un astemio. Nel nostro Paese è in aumento il consumo di alcolici, soprattutto tra i giovanissimi. Il 44% degli under 25 italiani beve regolarmente fuori dai pasti, erano “solo” il 34% 10 anni fa”. Il carcinoma alla laringe si manifesta con alterazioni della voce (disfonia). Quando invece è più esteso provoca difficoltà e dolore alla deglutizione, tosse e, a volte, la comparsa di tumefazioni al collo. La diagnosi di sospetto tumore della laringe viene di solito svolta dallo specialista Otorinolaringoiatra con una visita accompagnata da una fibrolaringoscopia. “Si utilizza uno strumento a fibre ottiche sottile che, introdotto nella gola del paziente attraverso il naso, permette di vedere le corde vocali e le altre strutture della laringe – sottolinea il prof. Giuseppe Spriano -. In caso di sospetto clinico si effettuerà una biopsia”. Il bisturi rappresenta in molti casi la soluzione definitiva contro la malattia. “Oggi le operazioni sono meno invasive – prosegue Spriano -. In passato l’unico intervento possibile era la laringectomia totale, cioè l’asportazione completa della laringe che provocava la perdita della voce e la tracheotomia definitiva per la respirazione. Oggi grazie alla chirurgia endoscopica è possibile rimuovere tumori poco estesi, utilizzando il laser attraverso la bocca. Nelle neoplasie di media grandezza si svolgono laringectomie parziali. In questo caso viene asportata solo una parte della laringe in modo da permettere al paziente di parlare, respirare e deglutire normalmente. Negli ultimi due anni è stata introdotta anche la chirurgia robotica, che permette di eliminare il cancro inserendo due piccole mani chirurgiche attraverso la bocca del paziente. Queste replicano i movimenti dello specialista che si trova invece ad una consolle operatoria distante dal paziente”. E’ possibile prevenire queste forme di cancro intervenendo sugli stili di vita e sottoponendosi a visite dallo specialista. “L’80% dei tumori della testa-collo sono riconducibili ad alcol e sigarette – conclude il Presidente degli otorini -. Per evitare la malattia è fondamentale seguire stili di vita sani e quindi niente fumo, limitare il più possibile gli alcolici, seguire una dieta sana ed equilibrata e svolgere attività fisica tutti i giorni. Un accanito bevitore o un forte fumatore invece dovrebbe sottoporsi a visite otorinolaringoiatriche periodiche, magari una volta l’anno a partire dall’età dei 50 anni in su”.

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Effetti dell’Eroina sul Cavo Orale

Effetti dell’Eroina sul Cavo Orale
I danni provocati dall’abuso di sostanze stupefacenti, e in particolar modo eroina soprattutto quando viene assunta fumandola, si ripercuotono pesantemente anche sul cavo orale e, da lì, anche su tutto l’apparato respiratorio.

La maggior parte dei soggetti che fa uso di eroina, riporta di avere problemi di salute del cavo orale dovuti, in parte, alla scarsa cura di sé ma, soprattutto, agli effetti nocivi della sostanza stessa.

Fumare eroina, a lungo andare, causa tutta una serie di problemi fisici che, a partire dal cavo orale, si ripercuotono anche alle vie respiratorie; fumando eroina si inala fumo ad alte temperature che, oltre a causare piccole ustioni all’interno della bocca, possono causare infiammazioni alla laringe nonchè reazioni alle sostanze da taglio, generalmente di natura chimica, inalate insieme ai fumi dell’eroina.

Il fumo, non avendo tempo di raffreddarsi, giunge ai polmoni ad una temperatura elevata e può, in alcuni casi, creare piccole lesioni localizzate all’inizio dell’apparato polmonare che creano, laddove le ustioni portino alla formazione di vesciche, difficoltà all’ossigenazione (ingresso di ossigeno nei polmoni).

Tuuta questa serie di problematiche, caratteristiche di chi fuma eroina, hanno un decorso molto rapido, tant’è che coloro che fanno uso di oppiacei, assistono ad un rapido peggioramento della propria salute orale nell’arco di un anno.

Anche queste sono ulteriori prove delle conseguenze che l’eroina provoca all’organismo, andando a smontare la convinzione di chi crede che fumandola si mette al sicuro dalle conseguenze più gravi di questa sostanza.

Per avere maggiori informazioni visita il sito: www.disintossicazione-eroina.it

Guarda il Video del Centro di Recupero Eroina

http://www.disintossicazione-eroina.it/disintossicazione/video_eroina.htm

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A Martedì Salute si parla di tumori della laringe e del cavo orale

 

 

 
Alla Gam torna l’appuntamento
con gli esperti del settore
 
TORINO

Martedì 23 ottobre nell’ambito degli appuntamenti di Martedì Salute si terrà un incontro informativo sul tema “Tumori della laringe e del cavo orale: come evitarli, come curarli”.  

23 ottobre, ore 10.00 

 

Intervengono Andrea Cavalot (Direttore SC Otorinolaringoiatria, Ospedale S. Croce di Moncalieri) e Giancarlo Pecorari (Vice Direttore I Clinica ORL, Università degli Studi di Torino) 

 

I tumori laringei sono nella maggior parte dei casi legati al fumo, all’inquinamento ed ad alcune specifiche attività lavorative”, spiega il Dott Cavalot.  

“Le neoplasie del distretto cervico-facciale (rinofaringe, cavo orale, orofaringe, laringe ed ipofaringe) rappresentano in Europa il 5% di tutti i tumori solidi: il 10 % dei tumori maligni negli uomini e il 4% nelle donne. – afferma il Dott. Pecorari – Nell’ambito delle sedi che costituiscono il distretto cervico-cefalico, la laringe è la sede di comparsa più frequente del tumore (19%.8%) seguita dal cavo orale (8%) ed orofaringe (3.1%). Purtroppo, i tumori del cavo orale e dell’orofaringe sono gravati da un’alta percentuale di decessi. L’elevata mortalità è, in parte, conseguenza di una diagnosi tardiva nonostante la sede sia facilmente esplorabile ed abbia un’alta valenza funzionale (fonazione e deglutizione). Pare quindi chiaro che una diagnosi precoce permetta di effettuare trattamenti terapeutici conservativi con minori sequele sia dal punto di vista estetico che funzionale”. 

 

Martedì 23 ottobre ore 10  

Galleria d’Arte Moderna, corso Galileo Ferraris, 30 Torino  

info e prenotazioni – segreteria organizzativa 011/6604284 –www.educazioneprevenzionesalute.it  

Il numero di malati di tumore in Italia è in aumento, ma di cancro si può guarire

 

Il numero di malati di tumore in Italia è in aumento, ma di cancro si può guarire di Brigida Stagno 

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Maggiore diffusione dei programmi di screening, miglioramento delle diagnosi, cure più efficaci, centri di eccellenza diffusi nella penisola: malgrado l’aumento del numero di malati di tumore in Italia, soprattutto al Nord, queste misure hanno contribuito alle maggiori percentuali di guarigione e al miglioramento della sopravvivenza, in particolare per alcune forme tumorali, come il cancro del colon-retto (il più frequente in assoluto), quello della mammella (prima causa di morte oncologica nella donna) e della prostata. Per altre neoplasie, come quella del polmone (prima causa di morte per tumore nell’uomo), del pancreas e della colecisti, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi non è invece migliorata negli ultimi anni ed è rimasta stabile.

Il cancro è la seconda causa di morte (il 30% di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari, ma chi sopravvive 5 anni dalla diagnosi ha per alcuni tumori (testicolo, corpo dell’utero, ma anche melanoma, linfomi di Hodgkin e in misura minore colon-retto) prospettive di sopravvivenza vicine a quelle della popolazione generale, che non ha mai avuto una neoplasia. A vivere oggi con una precedente diagnosi di tumore sono in Italia circa 2.250.000 persone (oltre il 4% della popolazione).

L’analisi precisa delle cifre riferite a quest’anno è contenuta in un censimento ufficiale, una pubblicazione dal titolo “I numeri del cancro in Italia 2012” ( Intermedia Editore), presentata a Roma al Ministero della Salute. L’edizione 2012, frutto del lavoro dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), è indispensabile per conoscere l’impatto dei tumori e pianificare al meglio gli interventi.

L’intervento più efficace resta però sempre la prevenzione e oggi circa il 40% dei tumori è potenzialmente prevenibile, soprattutto il cancro del colon-retto, dello stomaco, della prostata, della mammella, dei polmoni, della pelle, più correlati a stili di vita sbagliati. Ma quali le principali misure da adottare? Innanzitutto è obbligatorio smettere di fumare. Il 25-30% di tutti i tumori è correlato al consumo di tabacco e ogni anno tre milioni di persone muoiono nel mondo a causa del fumo.

Per prevenire i tumori, ma anche le malattie cardiovascolari, è poi raccomandabile seguire la dieta mediterranea: introdurre più frutta e verdura, specie se crude, ha un forte effetto protettivo sul rischio di numerose neoplasie, in particolare a carico dell’apparato digerente, grazie all’alto contenuto di fibre (che favorisce la maggior motilità intestinale, impedendo l’assorbimento di eventuali sostanze cancerogene) e alla presenza elevata di sostanze anti-cancro, gli antiossidanti. Gli esperti consigliano di consumare regolarmente pane, pasta, riso ed altri cereali, olio di oliva, pesce e di aumentare il consumo giornaliero di ortaggi, legumi e frutta fresca (almeno 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura), riducendo carne rossa, cibi raffinati e grassi animali.

Altra misura importante è moderare il consumo di alcol, che aumenta il rischio di cancro del cavo orale, della faringe, dell’esofago e della laringe ed è fortemente correlato anche all’insorgenza di tumore del fegato e dell’intestino (in entrambi i sessi) e della mammella nelle donne.

Anche il controllo del peso rappresenta una misura anti-tumore: è dimostrato che persone con un sovrappeso uguale o superiore al 40%, presentano tassi più elevati di mortalità per cancro del colon-retto, della prostata, dell’utero, della cistifellea e della mammella. E’ importante anche praticare con regolarità attività fisica, in quanto i sedentari hanno una probabilità del 20-40% superiore di ammalarsi. Quanto alle lampade solari, la loro pericolosità è ormai dimostrata da diversi studi scientifici: un’esposizione precoce, in particolare prima dei 35 anni, aumenterebbe del 75% il rischio di sviluppare il melanoma. Vanno inoltre tenuti sotto controllo i nei, seguendo la regola dell’ABCDE.

Forse non tutti lo sanno, ma per ridurre l’insorgenza dei tumori è necessario anche proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili: il 15-20% delle neoplasie deriva proprio da infezioni, che possono essere prevenute (con l’uso del profilattico). Fra queste, l’epatite o il papilloma virus possono essere trasmesse attraverso i rapporti sessuali non protetti. Attenzione infine alle sostanze dopanti: gli steroidi anabolizzanti, utilizzati a volte nello sport, determinano un aumento del rischio di tumori, in particolare a livello del fegato, della prostata e dei reni e le probabilità di ammalarsi aumentano con gli anni, soprattutto in chi li ha assunti per molto tempo.

 

DAY HOSPITAL /1. Cominciamo dall’otorinolaringoiatra

di Andrea Brivio

LECCO – Inauguriamo con questa prima puntata di “Day Hospital”,  il viaggio di Lecco Notizie all’interno dell’Ospedale Manzoni che ci porterà a conoscere, ogni venerdì, tutti i reparti e il personale medico della struttura ospedaliera lecchese, per scoprire, insieme ai nostri lettori, la realtà sanitaria del nostro territorio.

L’approfondimento prende il via dal reparto di Otorinolaringoiatria: il suo nome, oltre a risultare un vero e proprio scioglilingua per i non addetti ai lavori, nasconde in sé una vasta attività chirurgica, che spazia dai trattamenti medici delle patologie di naso, orecchio e collo, a più complesse operazioni oncologiche per tumori alle vie respiratorie ed alla tiroide.

A farci da guida nel nostro primo tour al Manzoni è il primario dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Lecco e Merate, il Dottor Renato Piantanida, 55enne medico di Gallarate.

Da oltre un decennio a capo del struttura medica lecchese, il Dottor Piantanida ha eseguito oltre otto mila interventi tra l’ospedale di Lecco e quello di Circolo di Varese, dove ha lavorato per circa 15 anni prima di giungere al Manzoni. Vice presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria Pediatrica, è autore e co-autore di oltre novanta pubblicazioni scientifiche, oltre ad essere stato relatore in ben 120 congressi nazionali ed internazionali, inoltre dal 2004 è delegato italiano all’Unione Europea Medici Specialisti.
Ad accompagnarlo nell’attività del reparto ci sono i Dottori Paolo Lovotti, Sergio Valentini, Sebastiano Mininni, Matteo Giovari e le Dottoresse Eleonora Casati e Ida Fuoco.

Il direttore ha conosciuto i cambiamenti affrontati dalla struttura, che da reparto indipendente è confluito nel 2009 in un’area di degenza comune, quella della Chirurgia, a seguito della riorganizzazione in campo sanitario dettata dalla Regione.

Al di la della novità organizzativa, ci sono peculiarità dell’unità operativa che non sono cambiate nel tempo, tra queste le operazioni alle adenoidi e alle tonsille, che tuttora si confermano i trattamenti più richiesti dagli utenti: “Nonostante gli anni passino, la chirurgia otorinolaringoiatria pediatrica resta quella più frequente. Sicuramente c’è stata una limitazione significativa degli interventi, una riduzione di circa un quarto a livello mondiale nell’arco di 20 anni. Ciò non di meno, ci sono delle situazioni oggi ben definite dalle linee guida del ministero nelle quali la procedura chirurgica resta la soluzione più opportuna e queste sono ancora numerose”, spiega il Dottor Piantanida. Solo nei primi cinque mesi del 2012, tra il Manzoni e il Mandic, sono già state eseguite 80 operazioni alle tonsille e alle adenoidi, per una media di mille interventi l’anno.

Il punto di forza dell’otorinolaringoiatria lecchese è però rappresentato dalla Chirurgia Oncologica, che si avvale della collaborazione di radioterapista e oncologo medico per visite ai pazienti, diagnosi e trattamenti post-operatori collegiali. “E’ sicuramente un’offerta che non esiste ovunque – preosegue il Primario – e che qui è attiva dal 2000; un servizio per il quale siamo molto orgogliosi”.

I tumori più diffusi sono quelli delle prime vie respiratorie: cavo orale, bocca, laringe, faringe; un capitolo a parte sono i tumori della tiroide, questi ultimi in aumento vertiginoso; l’anno scorso sono stati compiuti circa 80 interventi, nel 2000 solo quattro”. Nonostante l’allarmante evoluzione del fenomeno, le neoplasie della tiroide riescono ad essere sconfitte con maggiore frequenza rispetto a quelle delle mucose: “Esiste una distinzione notevole tra l’andamento delle due tipologie di tumore – evidenzia Piantanida – in particolare, nei tumori alle prime vie respiratorie la sopravvivenza complessiva si aggira tra il 50 e 70%; i tumori della tiroide invece, se trattati bene chirurgicamente e con il complemento della medicina nucleare, possono raggiungere sopravvivenze del’80-90%. In ogni caso, tali soglie sono ben superiori ad altri tipi di tumori come al polmone e al pancreas, dove i numeri sono ben più drastici”.

Le cause di tali mali vanno ricercati nell’abuso di fumo e alcool, per quanto riguarda le vie respiratorie; ancora incerte nel caso della tiroide, una malattia trasversale che colpisce i bambini quanto soggetti adulti e anziani:

“A lungo si è studiato il legame tra la malattia e l’esposizione alle radiazioni, per questo si ci aspettava una pesante ricaduta con la disgrazia di Chernobyl; i numeri, in quel caso, sono aumentati ma non con l’intensità prospettata. Non c’è, per fortuna, questo tipo di accostamento sicuro, che è risultato più visibile nell’ambito territoriale dell’Ucraina e della Bielorussia; in realtà, l’aumento della malattia c’è stato in tutto il mondo, negli Stati Uniti come in Cina, ma non è possibile rilegarlo a quell’avvenimento. La connessione sicura con il fenomeno era legata alla popolazione degli anni ’50 – evidenzia il dottore – quando l’uso delle radiazioni in campo medico non seguiva norme protezionistiche rigorose quanto quelle odierne. Ciò rimane nei libri come retaggio storico, ma non è più attuale e ad oggi non è possibile affermare con certezza questa relazione”.

L’unità di Otorinolaringoiatria non si occupa solo di patologie curate attraverso la chirurgia, bensì anche di fratture al naso ed altri tipi traumi o patologie che non asseriscono necessariamente in una procedura chirurgica. Tra le principali attrezzature utilizzate per le visite agli utenti, gioca un ruolo fondamentale il fibrolaringoscopio, attrezzato nella sala dell’otomicroscopia e fibroendoscopia, che permette di evidenziare eventuali lesioni della laringe.

Il reparto lecchese offre un ulteriore servizio mirato, grazie alla scelta di mantenere attiva la figura storica dell’audiovestibologo, soppressa in altre realtà ospedaliere: si tratta di un medico otorino specializzato nei disturbi dell’equilibrio e dell’udito, impiegato in particolare nelle prove di adattamento delle protesi acustiche. Un settore in evoluzione con oltre 6 mila visite di audiovestibologia nello scorso anno e 172 prescrizioni di protesi uditive (queste ultime in aumento di 72 unità rispetto al 2010).

Inoltre, da circa otto anni, l’ospedale attua lo screening audiologico universale sui neonati, valutando, attraverso appositi macchinari, la funzionalità uditiva del soggetto. “Questo permette di intercettare in tempi molto precoci le sordità congenite nel piccolo. Procedere tempestivamente alla protesizzazione evita che il bambino diventi sordomuto”. Il servizio è offerto sia al Manzoni che al Mandic così, ad esclusione dei nati in cliniche private, può coprire tutti i bambini concepiti in Provincia di Lecco.

Complessivamente, lo scorso anno, l’unità di Otorinolaringoiatria ha eseguito circa 15 mila prestazioni ambulatoriali a Lecco e 7500 a Merate; mille le operazioni chirurgiche per un totale di 1200 ricoveri ospedalieri. Non pochi i pazienti che hanno deciso di omaggiare i medici del reparto per il loro operato, inviando biglietti di ringraziamento ora affissi in reparto. Non nasconde la soddisfazione il dottor Piantanida: “Lavoriamo per questo – ammette – Siamo orgogliosi di poter offrire e gestire in maniera autonoma un servizio completo all’utente quale non è costretto a cercare in altri presidi ospedalieri ciò che invece può trovare nella nostra struttura. Oltretutto, l’integrazione con l’ospedale di Merate ha permesso di ridurre sensibilmente i tempi di attesa, per cui una patologia minore viene operata entro tre mesi, con una priorità maggiore di 30 giorni per tumori o gravi situazioni nel bambino”.

Ausl Cesena. Come anticipare i tumori di cavo orale, faringe e laringe.

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Ausl Cesena. Come anticipare i tumori di cavo orale, faringe e laringe.
Una strumentazione ‘spaziale’ per l’Otorinolaringoiatria del Bufalini
 

AUSL CESENA&OTORINOLARINGOLATRIA. Una strumentazione ‘spaziale’ per l’Otorinolaringoiatria del Bufalini. Donata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena una nuova strumentazione che sfrutta la tecnologia NBI – tipica dell’astronomia – per la diagnosi precoce dei tumori al cavo orale. E con il sostegno di Arrt in servizio in Otorinolaringoiatria una nuova figura specialista in oncologia

Si è conclusa all’ospedale Bufalini di Cesena la prima edizione delle ‘Giornate per la prevenzione dei tumori della laringe e della faringe‘, organizzate il 19 e 20 dicembre dall’unità operativa Otorinolaringoiatria dell’Azienda Usl di Cesena per sensibilizzare la popolazione su come difendersi da un carcinoma che in Italia registra 5.500 nuovi casi l’anno. Da qualche tempo, infatti, grazie a una nuova strumentazione, donata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, l’equipe diretta dal dottor Massimo Magnani è in grado di individuare i tumori e le lesioni sospette del collo e della testa anche in fase precoce.

LA NUOVA APPARECCHIATURA. La nuovissima apparecchiatura endoscopica per la diagnosi precoce dei tumori del cavo orale, della faringe e della laringe è composta da una telecamera ad alta definizione (HDTV) e un fibroendoscopio digitale collegati a una fonte luminosa che, mediante una sofisticata tecnologia, denominata NBI (Narrow Band Imaging) e proveniente da altri campi scientifici (in particolare dall’astronomia), emette una luce di colore blu in grado di mettere in risalto i capillari del tessuto esaminato. In questo modo si può riuscire a individuare la crescita di tessuto tumorale provvisto di vascolarizzazione atipica e caratteristica e, attraverso lo studio della mucosa e della trama vascolare, effettuare una più accurata diagnosi delle lesioni superficiali. L’acquisto della strumentazione è stata possibile grazie ad una donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena pari a 74mila euro di cui 20mila euro destinate all’istituzione di una borsa di studio per uno specialista di Otorinolaringoiatria con specifica formazione in ambito oncologico per tre anni e mezzo, alla quale ha partecipato anche l’Associazione Romagnola Ricerca Tumori (Arrt). L’endoscopia faringolaringea con NBI viene effettuata nell’ambulatorio oncologico di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Bufalini di Cesena operativo tutti i venerdì mattina.

Alla consegna erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Cesena Paolo Lucchi, il direttore generale dell’Ausl Maria Basenghi, il presidente della Commissione Sanità della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena Arturo Alberti, il presidente dell’ARRT Leonardo Belli, il direttore U.O. Direzione medica di presidio Virna Valmori e il direttore dell’U.O. Otorinolaringoiatria del Bufalini Massimo Magnani.

http://www.romagnagazzette.com/2011/12/22/ausl-cesena-come-anticipare-i-tumori-di-cavo-orale-faringe-e-laringe/

 
 
 
     

Tumori più frequenti

sezione tumori più frequenti

Tumori più frequenti

In Italia i tumori che colpiscono maggiormente la popolazione sono quelli al colon retto, al polmone, al seno, alla prostata. Ma questo non significa che le altre forme tumorali non incidano in modo rilevante sulla salute (e sulla qualità della vita) dei cittadini.
Questa pagina raccoglie le 14 forme di tumore più diffuse: per ciascuna, una scheda monografica che comprende i fattori di rischio, le strategie di prevenzione, sintomi, diagnosi e trattamenti terapeutici.

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Dove sono presenti gli agenti cancerogeni?

Gli agenti cancerogeni sono presenti nell’aria che respiriamo, nell’acqua, nel cibo, nel suolo: prodotti dalle attività industriali dell’uomo o semplici elementi naturali. Complessivamente gli agenti chimici in commercio sono 6570 mila. Ne conosciamo non più del 23 per cento». Soffritti. A livello internazionale sono stati studiati circa mille composti e, fra questi, la Fondazione Ramazzini, in trentacinque anni d’attività, ne ha studiati oltre 200; il 40 per cento dei circa 100 di cui sono stati pubblicati i risultati, sono risultati cancerogeni. Fra questi, vanno segnalati il cloruro di vinile, utilizzato per la produzione della plastica; il benzene; l’Mtbe, un additivo della benzina cosiddetta «verde»; la formaldeide, contenuta spesso nelle carte da parati e nel truciolato con cui sono fatti molti arredi di abitazioni e uffici, ma che viene prodotta anche dalla combustione della benzina; e il Mancozeb, un fungicida usato in Italia da più di quarant’anni su frutta e verdura per prevenire le muffe. Il Mancozeb è un cancerogeno multipotente, capace cioè di aggredire vari organi e tessuti. Ci sono agenti cancerogeni ai quali non è stata data una sufficiente e tempestiva attenzione? Sì, i solventi alogenati, i campi elettromagnetici, le basse dosi di radiazioni ionizzanti, i combustibili per autotrazione, i loro costituenti e additivi, ma anche l’amianto e le fibre artificiali alternative. La Fondazione Ramazzini ha appurato che l’acetato di vinile, un composto chimico utilizzato anche per produrre la resina delle gomme da masticare, le chewing gum, è un agente cancerogeno in grado di aggredire cavo orale, esofago e stomaco

http://www.medicina33.com

TUMORI CAVO ORALE

 

I tumori del cavo orale

La Prevenzione e la Diagnosi Precoce rappresentano oggi le più importanti strategie di successo nella lotta contro il cancro.

Nonostante la loro sintomatologia spesso chiara ed evidente e la localizzazione facilmente aggredibile chirurgicamente, i Tumori del Cavo Orale e della prima porzione faringea, vengono frequentemente sottovalutati e diagnosticati tardivamente. In questi casi, spesso si presentano in forme subdole ed avanzate, che comportano grosse demolizioni anatomiche del massiccio facciale ed anche prognosi negative.

 

L’A.N.D.I., Associazione Nazionale Dentisti Italiani, con la partecipazione della gran parte degli odontoiatri aderenti all’associazione e con un grosso supporto di stampa, ha organizzato e condotto delle utili ed importanti campagne informative e divulgative, relative al cancro del cavo orale. Queste manifestazioni, dal titolo “Oral Cancer Day”, si sono svolte negli ultimi anni, in varie piazze e centri di tutta Italia.

 

La bocca rappresenta la prima porzione dell’apparato gastroenterico e le labbra, che la dividono dal mondo esterno, rappresentano il suo sipario. La bocca si estende proprio dalle labbra alla faringe. Essa, essendo un organo cavo, è anche definita cavo orale. A definire la struttura anatomica della bocca, partecipano anche varie strutture ossee, articolari e muscolari. Il cavo orale è composto, oltre che dai denti e dalle gengive, anche dai due terzi anteriori della lingua, dalla superficie interna delle guance e dal pavimento orale. Quest’ultimo, rappresenta la parte inferiore della bocca ed è posizionato sotto la lingua. La parte superiore della bocca, definita palato duro, è sostenuta dalla volta ossea del mascellare superiore, ove sono posti e articolati i denti dell’arcata superiore. Quelli dell’arcata inferiore sono invece posizionati sulla mandibola, che si articola con il cranio grazie a delle articolazioni, chiamate articolazioni temporo-mandibolari (A.T.M.). L’interno della bocca, è rivestito da una mucosa, detta appunto mucosa orale, sottile e sensibile. Essa è sensorialmente specializzata nel percepire i sapori. All’interno della bocca, sono inoltre presenti numerose ghiandole salivari minori, nonché gli sbocchi dei dotti delle ghiandole salivari maggiori. La bocca, non è esclusivamente predisposta alle sue due più evidenti funzioni vitali, quali l’alimentazione e la fonazione. Tramite essa, avviene infatti anche la deglutizione, lo sbadiglio e occasionalmente, può avvenire anche la respirazione. Con essa sono possibili anche una serie di ulteriori attività funzionali correlate alla mimica, all’estetica ed alle relazioni interpersonali, affettive e sentimentali. La bocca è anche la sede iniziale dell’attività digestiva dei cibi, che avviene grazie ad alcuni enzimi che vengono secreti proprio con la saliva e permettono che il bolo alimentare inizi in bocca il suo processo digestivo, che procederà successivamente nelle altre porzioni intestinali.

 

Ogni parte del cavo orale, può essere colpita dalla malattia neoplastica, nelle sue varie modulazioni patologiche. Le mucose orali, le ghiandole salivari, le masse muscolari ed anche le varie strutture ossee del massiccio facciale, come tutte le strutture ossee del nostro corpo, possono essere colpite dal cancro.

 

La presenza sulle mucose del cavo orale di una macchia bianca o bianco-rossastra o di tumefazioni persistenti, che non tendono a risolversi velocemente, devono essere sempre motivo di attenzione o di allarme. Lo stesso vale per eventuali lesioni o ferite recidivanti, specie se riconducibili a margini rugosi o anfrattuosi o taglienti di protesi mobili o fisse o dovute a ricostruzioni orali incongrue o a denti fratturati e con bordi ruvidi e spigolosi. Lo stesso vale per le piccole ferite orali, che stentano a guarire ed a rimarginarsi. Queste lesioni devono generare sempre un sospetto diagnostico ed essere considerate sempre come fattori di allarme, tali da spingere il Paziente a richiedere subito una visita specialistica in un ambiente medico odontoiatrico adeguato, al fine di pervenire ad una diagnosi accurata, anche con l’uso di una biopsia.Potrebbe infatti trattarsi di una lesione potenzialmente maligna, ovvero già di un tumore del cavo orale.

 

Molto meglio scatenare cento falsi allarmi per lesioni innocenti, che pervenire a diagnosi tardive per superficialità, trascuratezza o, peggio, per ignoranza. Proprio per questo motivo, il ruolo della prevenzione, anche per le malattie oncologiche del cavo orale, gioca un importante ruolo non solo di educazione sanitaria, ma anche di educazione sociale a cui dovremmo sensibilizzare sempre più persone, nonché gli odierni piccoli Pazienti, che saranno la popolazione adulta di domani.

 

Il cancro della bocca predilige maggiormente il sesso maschile -per motivazioni correlate agli stili di vita- e le fasce di età degli ultraquarantenni -per la prolungata esposizione ai fattori di rischio-.

 

Secondo la OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), i tumori del cavo orale, assieme a quelli del laringe e della faringe rappresentano il dieci per cento di tutte le neoplasie maligne che colpiscono gli uomini ed il quattro per cento di quelle che coinvolgono il sesso femminile. Ogni anno, sono circa tremila i decessi correlati al cancro del cavo orale e circa quattromilacinquecento i nuovi casi oncologici diagnosticati. Essi sono statisticamente in netto aumento, non solo a causa dell’incontrastata esposizione ai fattori oncogeni (fumo, alcool, droghe, esposizione al sole, inquinamento, etc.), ma anche dovuti all’aumento statistico dei casi diagnosticati rispetto al passato ed all’aumento dell’età media della popolazione. In particolare, le neoplasie del cavo orale vengono spesso diagnosticate in fase avanzata, quando l’espansione e la infiltrazione dei tessuti circostanti è già evoluta e la massa neoplastica è già cresciuta, a tal punto da non consentire molte chances al Paziente.

 

Il tumore delle labbra predilige il sesso maschile, le persone a pelle chiara, soprattutto se abituate a prolungate esposizioni ai raggi solari, anche per motivi inerenti al lavoro (pescatori, agricoltori, muratori, etc..

 

La lingua è la sede di elezione dei carcinomi orali, con l’elevata percentuale del 30% tra i tumori presenti all’interno del cavo orale.

 

Negli ultimi anni, comunque, si è notata una riduzione delle malattie oncologiche orali legate all’alcool ed al tabacco da fumo, ma questi fattori restano comunque patogeni e sono una causa frequente anche di altri tumori nei distretti anatomici vicini: la gola, l’esofago, le vie respiratorie, etc. In Italia, la massima incidenza statistica di carcinoma orale può essere osservata nelle regioni del nord-ovest, ove il consumo di alcolici, superalcolici e tabacco da fumo è maggiore.

 

Anche la scarsa igiene orale, la masticazione del tabacco, l’abitudine di assumere cibi molto caldi e piccanti e bevande particolarmente calde, le alterazioni delle strutture protesiche, conservative o dentali, rappresentano fattori traumatici o infiammatori reiterati nel tempo, quindi potenzialmente oncogeni. Nel caso in cui coesistano ricostruzioni dentali inadeguate, ovvero riabilitazioni protesiche fratturate o traumatizzanti sulle mucose orali, esse vanno subito rimosse e sostituite con delle nuove riabilitazioni non traumatiche.

 

Soprattutto il cancro orale che colpisce l’oro-faringe e le tonsille, riconosce come responsabile un virus, il Papilloma virus – HPV (i.e. genotipo 16-18), particolarmente diffuso soprattutto tra i giovani, a causa della promiscuità dei rapporti e di alcune abitudini sessuali. La malattia oncologica del cavo orale, nelle sue varie forme cliniche, si accompagna quasi sempre a dolore o tumefazione delle labbra, ovvero della lingua o delle gengive. E’ possibile inoltre osservare il sanguinamento o il gonfiore delle mucose orali, spesso accompagnati da un problematico uso delle protesi, soprattutto se mobili, che causano una masticazione difficoltosa. Tutti i segni ed i sintomi clinici descritti in precedenza, sono motivo per allarmarsi e necessitano di un’immediata visita specialistica.

 

Il labbro inferiore è coinvolto dal cancro del cavo orale nel 30-40% dei casi, i bordi laterali della lingua nel 30% dei casi, la volta palatina nel 15% dei casi, il pavimento orale nel 20% dei casi e la mucosa vestibolare nel 5% dei casi.

 

Come in tutti i tumori, la terapia specifica viene orientata sulla base dei dati relativi alle dimensioni del tumore, alla sua sede anatomica, al suo aspetto macro e microscopico, ai dati relativi alla eventuale biopsia, alla presenza di coinvolgimento dei linfonodi ed a quella di eventuali metastasi. La classificazione delle neoplasie del cavo orale segue lo stesso metodo internazionale, per la stadiazione dei tumori sulla base del protocollo T, N, M (vedi stadiazione) e per la definizione del suo grading istologico, cioè per la quantificazione del suo grado di differenziazione cellulare (vedi). Piccolissime lesioni possono essere esclusivamente indagate con la biopsia e sottoposte successivamente ad uno stretto ed attento controllo medico di vigile attesa. Le lesioni tumorali di piccole dimensioni possono essere trattate con la semplice radioterapia ovvero anche con la chirurgia, mentre altre lesioni più estese necessitano d’intervento di resezione chirurgica radicale, nonché dello svuotamento delle stazioni linfonodali, con la successiva rivalutazione relativa alle terapie complementari (chemioterapia, radioterapia o altro).

 

Come in ogni malattia oncologica, la prognosi è strettamente correlata alla precocità della diagnosi ed alla tempestività dell’intervento e delle terapie correlate.

 

Negli stadi iniziali, la sopravvivenza dei Pazienti, a distanza di cinque anni dall’intervento, è dell’85-90%, mentre nelle stadiazioni più avanzate, la sopravvivenza si abbassa drasticamente, scendendo a cinque anni di distanza, fino al 25%. Evidentemente, come in tutte le malattie oncologiche, la prevenzione dei tumori del cavo orale, la soppressione, la riduzione o la modifica dei fattori etiopatogenetici causali e la diagnosi precoce, restano le migliori armi per sconfiggerli. Quindi, è importante potenziare le campagne informative sui più frequenti e noti fattori oncogeni del cavo orale, e tra di questi in particolare: il fumo di tabacco, l’alcool, i Papilloma virus ad alto rischio oncogeno, l’esposizione prolungata e non protetta ai raggi solari, i fattori traumatici locali persistenti, etc.

 

Ancora più importante è che subito dopo la diagnosi di cancro orale, prima ancora di affrontare la terapia specifica, il Paziente sospenda immediatamente l’uso o l’esposizione ad ogni fattore di rischio.

 

Dott. S. Audino
Palermo (PA)
Collaboratore di Dentisti Italia