Domenica sempre aperto? ma anche no !

 

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Con il “sempre aperto”
non sono aumentati i consumi;
non è aumentato il Pil;
non è aumentata l’occupazione.

E se solo la Grande Distribuzione 
ne ha tratto un enorme vantaggio… 

significa che senza REGOLE
la LIBERTA’ di concorrenza 
non è in grado di tutelare 
la concorrenza stessa.


In nessun Paese d’Europa 
ci sono orari liberalizzati
come quelli attualmente 
vigenti in Italia

SENZA UNA NUOVA LEGGE,
NEI PROSSIMI 5 ANNI:

altri 80.000 negozi chiuderanno 
e le nostre Città 
saranno sempre più vuote 
e meno sicure.

Informati

Gli eccessi di liberalizzazioni penalizzano i piccoli negozi, costringendo imprenditori e lavoratori a sacrificare valori importanti come la famiglia. Scopri la legge di iniziativa popolare per restituire alle Regioni la facoltà di decidere sulle aperture domenicali.

Scarica il materiale informativo.

Firma

Aiutaci a presentare la legge di iniziativa popolare: aderisci anche tu alla campagna ’libera la domenica’, firmando presso le strutture di Confesercenti sul territorio nazionale. Dal 25 novembre anche presso i sagrati di moltissime chiese italiane.

Scopri quella più vicina a te.

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http://www.liberaladomenica.it/

1 famiglia su 5 non arriva a fine mese

Oltre il 50% delle famiglie ha utilizzato tutto il reddito disponibile per coprire i consumi e circa il 20%, quasi una su cinque, ha speso più di quanto ha guadagnato (in quest’ultimo caso, il 65% è dovuto ricorrere ai propri risparmi). E’ ciò che emerge dall’outlook Censis-Confcommercio sul sentiment delle famiglie italiane su consumi e clima di fiducia nel primo semestre 2011.

Cresce la quota di famiglie che hanno aumentato i consumi nella prima parte dell’anno (il 54,3% rispetto al 48,3% del secondo semestre 2010), anche se la crescita e’ dovuta prevalentemente, spiega il rapporto, alla spesa per benzina e parcheggi.

Un altro dato che risulta dall’indagine Censis-Confcommercio evidenzia come solo il 7% del campione accantona risorse per affrontare spese importanti come l’acquisto di una casa. Insomma, si legge nella sintesi dell’outlook, ”se da un lato sembra proseguire la fase di ripresa dei consumi, questa tendenza si esplica, però, con dinamiche decisamente poco entusiasmanti, anche a causa del peso crescente delle spese fisse ‘incomprimibili’ (tariffe, utenze e bollette varie); e, continua il rapporto, anche se non siamo di fronte a situazioni di impoverimento diffuso, il ridimensionamento del potere di acquisto e il ricorso a quote di risparmio privato evidenziano una diffusa fragilità economica delle famiglie”.
Da Rai televideo

1 famiglia su 5 non arriva a fine mese

Oltre il 50% delle famiglie ha utilizzato tutto il reddito disponibile per coprire i consumi e circa il 20%, quasi una su cinque, ha speso più di quanto ha guadagnato (in quest’ultimo caso, il 65% è dovuto ricorrere ai propri risparmi). E’ ciò che emerge dall’outlook Censis-Confcommercio sul sentiment delle famiglie italiane su consumi e clima di fiducia nel primo semestre 2011.

Cresce la quota di famiglie che hanno aumentato i consumi nella prima parte dell’anno (il 54,3% rispetto al 48,3% del secondo semestre 2010), anche se la crescita e’ dovuta prevalentemente, spiega il rapporto, alla spesa per benzina e parcheggi.

Un altro dato che risulta dall’indagine Censis-Confcommercio evidenzia come solo il 7% del campione accantona risorse per affrontare spese importanti come l’acquisto di una casa. Insomma, si legge nella sintesi dell’outlook, ”se da un lato sembra proseguire la fase di ripresa dei consumi, questa tendenza si esplica, però, con dinamiche decisamente poco entusiasmanti, anche a causa del peso crescente delle spese fisse ‘incomprimibili’ (tariffe, utenze e bollette varie); e, continua il rapporto, anche se non siamo di fronte a situazioni di impoverimento diffuso, il ridimensionamento del potere di acquisto e il ricorso a quote di risparmio privato evidenziano una diffusa fragilità economica delle famiglie”.
Da Rai televideo